Lavoro interlocutorio. Promosso? No, direi di no. Bocciato? Mmmmh. A volte, semplicemente, certi dischi vanno così.
De Il Mondo Nuovo si sa poco, per non dire nulla. Sappiamo che si definiscono un “duo di pianobar per cuori alla deriva”. Sappiamo che il loro nuovo album, questo “Pianobar da Crociera / Notturno in Minore”, è composto da sette pezzi originali e sette cover, pensati per “… allietare i passeggeri tra ricordi e piacevoli serate, cene eleganti, bottiglie di champagne in fresco, uniformi ben abbottonate, bikini, mari lontani, peperoni gialli, uva bianca”. E che la copertina del disco è una nave da crociera ormeggiata in porto, pronta a salpare.
Il Mondo Nuovo è un duo che fa un synth pop scarno di matrice elettronica. Una melodia, pochi arrangiamenti, zero fronzoli. In pratica delle basi da piano bar. Due, manco a dirlo, le voci che vanno poi ad installarsi su questo background sintetico.
Lato A: gli originali. Purtroppo la parte meno convincente. Dei sette pezzi presenti in scaletta se ne salvano un paio, “Il mondo nuovo” e “Mitsubishi Lossnay”, giusto per il rotto della cuffia. Se da una parte l’atmosfera e il sound risultano convincenti (serve un attimo, ma ci si arriva), dall’altra la sensazione è di essere in presenza di una trashata che, per quanto voluta (ma lo è davvero?), sembra essere sfuggita di mano. Il concetto è fare qualcosa che rompa lo schema precostituito, che sia l’elettronica, il pop, la new wave o addirittura il cantautorato. Però non funziona. Il cantato non è lo-fi sgangherato, non è nemmeno ironico per quanto l'idea l'idea dell'effetto pianobar / karaoke possa essere interessante. “Tu porti il bikini ma il mare è lontano” è semplicemente fastidiosa. “Giovanna” e “Quincy”? Filastrocche sintetiche dal sapore tardo anni Ottanta mal amalgamate. Il contrasto dovrebbe nascere dallo scontro base vs. vocals, ma la baracca non regge: si punta all’agrodolce, si ottiene solo l’agro. Tanto rispetto per averci provato, quello sempre. Per come la vedo io, però, non è andata bene.
Lato B: le cover. Qui la faccenda cambia. Il senso di squilibrio patito nella prima parte svanisce quasi completamente. Musica e voce sembrano bilanciarsi meglio, fondersi meglio. Gran parte del merito va alla scelta dei pezzi coverizzati, sette episodi pescati con una cura davvero notevole, ma soprattutto perfetti per lo scopo (e per questo tipo di sound): “Se perdo anche te” di Gianni Morandi (cover a sua volta di "Solitary Man" Neil Diamond), “Noi ragazzi di oggi” di Luis Miguel, “Summer on a solitary beach” di Battiato, “Se tu non torni” di Miguel Bosé (introdotta da un estratto del TG3 riferito all’incendio scoppiato sulla Costa Allegra poco dopo il disastro della Costa Concordia), “Sibonio” degli Antennah (forse il pezzo più interessante del disco, sia per la scelta che per l’effettiva realizzazione, claustrofobico a dir poco), “Il tuffatore” di Flavio Giurato (sì, il fratello di Luca) e “29 settembre” di Battisti. Saranno le melodie a fare la differenza, o forse il fatto che conoscendole già si fa meno fatica ad assimilarle in questa nuova veste. Di fatto i dubbi della prima parte sembrano dissolversi, lasciandoci però in cambio una dose d’insoddisfazione.
Insoddisfazione per l’occasione mancata. Perché se l’idea in teoria può starci, la pratica non la sostiene sempre come dovrebbe: anche dopo tanti ascolti (e credetemi, sono stati tanti) le intenzioni del duo non appaiono mai chiarissime. Non è chiaro cioè se l'idea del "pianobar" dovesse essere presa sul serio oppure se lo scopo fosse un altro (non a caso è stato tirato in ballo il trash); o magari tutte e due le cose. Un handicap che, in definitiva, impedisce di capire se il bicchiere è da considerarsi mezzo vuoto (il lato A) o mezzo pieno (il lato B). A volte, semplicemente, certi dischi vanno così.
---
La recensione Pianobar da Crociera / Notturno in Minore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-30 00:00:00
COMMENTI