The Beards Widmann's Mansion 2012 - Rock, Blues, Alt-country

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Sarebbe bastato un ep, ma ci ritroviamo con 11 canzoni: decisamente troppe se l'ispirazione è a fasi alterne e mai oltre la sufficienza.

Tradito dalla somiglianza con l'etichetta quasi omonima (Beard of Stars, che a sua volta prende il nome dal disco quasi omonimo dei T. Rex), avrei scommesso che questa formazione di Riviera del Brenta sparasse nelle orecchie bordate di musica stoner. Niente di più sbagliato invece: leggo dalla loro bio che "si sono contraddistinti a livello internazionale come autori e interpreti di un originale, roboante e paludoso southern country blues ribattezzato oltreoceano "Spaghetti Country". Il gruppo fin dagli esordi viene riconosciuto nella scena di Woodstock capitanata dal leggendario Levon Helm (batterista di The Band) come una nuova leva del genere americana".

Come inizio non è affatto male, e l'approccio a "Widmann's Mansion" in prima battuta non delude: finchè si tratta infatti di canzoni che seguono il genere sopra menzionato a livello filologico, i risultati sono accettabili e a tratti persino meritano qualche ascolto in più (in "Life's a long hard road" e su "In wintertime" rubacchiano non poco dalla penna di Nick Cave, mentre nella successiva "Baby loves to boogie" tentano un approccio alla Black Crowes, purtroppo con molta meno anima). Il problema più grosso, però, è quando provano a cimentarsi con l'italiano - e mi chiedo: a che pro? - con esiti disastrosi: sembra di ascoltare una qualsiasi band di provincia ai primi passi, che tenta di intuire quale possa essere il riferimento più consono. In questa serie di tentativi toccano il fondo con "La notte", una ballata talmente sconclusionata da far rimpiangere i Nomadi più stantii e autoreferenziali che possiate immaginare.

Proseguire, a questo punto, diventa una faticaccia, ma bisogna ammettere che "Manchild", ballata ispirata a Sufjan Stevens, si lascia ascoltare, mentre della cover di "Like a rolling stone" vi basti sapere che è solo l'ennesima rilettura (per di più inutile!) di un brano di cui si è abusato fin troppo. In definitiva sarebbe bastato un ep, ma ci ritroviamo con 11 tracce sul groppone: decisamente troppe se l'ispirazione è fasi alterne e quasi mai oltre la sufficienza.

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La recensione Widmann's Mansion di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-19 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • jeanfrancisgrenet 11 anni fa Rispondi

    Ma chi è l'idiota che ha recensito questo disco?

  • flyingdogs 12 anni fa Rispondi

    Due note di approfondimento:

    La canzone La Notte è una cover del famoso brano italiano anni '60 di Salvatore Adamo.

    Il disco Widmann's Mansion è stato registrato nell' Estate 2010 da The Beards assieme a Aaron L. Hurwitz AKA 'Professor Louie' leggendario produttore del gruppo THE BAND (Bob Dylan) e MERCURY REV con 5 nomination ai GRAMMY AWARD nel 2010, la polistrumentista e cantante Marie Spinosa e il musicista australiano Julien Poulson (Brian Ritchie, Nick Cave) nell'auditurium di Villa Widmann a Mira (VE), una splendida Villa Veneta del 1600 lungo la Riviera del Brenta.
    Il disco fà parte del progetto The Beards Connection di 3 album : Widmann's Mansion, Muskito e il Brigante.