un disco che a malapena merita l'appellativo di "disco"
Un disco lo-fi a metà tra noise e ambient. Prende vita a partire dalle lievi pulsazioni (interrotte da oggetti colpiti) di “23”, per poi deviare sui lamenti della successiva “White Stains” e sui fragori infernali di “Potassium” (chitarra martoriata in primo piano). A concludere, invece, ci pensano il recitato “colonna immobile della verità, custode fedele della giustizia...” di “Revelation” e il marcescente svilupparsi di “K”.
Saturn Devouring His Son debutta con un lavoro decisamente acerbo e confuso: alcune idee sembrano interessanti (nell'insieme i cinque brani evocano atmosfere inquietanti e fantasmatiche) e alcune parti potrebbero essere salvate (“Potassium”) ma la sufficienza, per ora, rimane un traguardo lontano.
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La recensione 23 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-03 00:00:00
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