Valeria Caputo Migratory Birds 2012 - Cantautoriale, Jazz, Folk

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Un debutto fuori dal tempo, un disco che suona come quelli che si pagano a peso d'oro nei mercatini

Ascoltando Valeria Caputo con gli occhi chiusi, viene naturale immergersi dentro le liquide atmosfere lisergiche dei primi anni 70 e viaggiare nel tempo, sopra le folte chiome delle migliaia di persone unite per le utopie nei primi festival all'aperto.

Valeria è una brava cantautrice di Forlì, "Migratory Birds" è il titolo del suo primo disco, un lavoro che cattura dal primo ascolto.
Il songwriting non è certo originale, ma quando si ascoltano belle canzoni questo passa in secondo piano. Eterna debitrice delle armonie vocali e della composizione di Joni Mitchell e Nick Drake, delle loro accordature aperte e del loro uso di strumenti quali chitarra acustica, viola e violoncello ("The face on the screen") e sax ("Fly Away"), ma anche di un certo rock psichedelico americano sognante e jazzato (la splendida "December Sun"). In questo disco trovano spazio anche riflessi celtici mai scontati ("I'll be with you"), sperimentazioni vocali e strumenti non vincolati alla forma canzone ("Migratory Birds") e ballate con un approccio più moderno ("It's wrong"). Le particolari armonie vocali di Caputo riescono a non far suonare banale neppure un pezzo di più classico folk rock, come "You can't stop".

Una nota di merito va alla produzione (realizzata tramite crowdfunding utilizzando come piattaforma Produzioni dal basso) e ai musicisti che accompagnano Valeria in questo viaggio. Un debutto fuori dal tempo, un disco che suona come quelli che si pagano a peso d'oro nei mercatini, un ottimo punto di partenza per migrare in cerca dell'estate, ora che l'inverno è alle porte.

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La recensione Migratory Birds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-13 00:00:00

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