Without Right there 2002 - Rock, Grunge, Alternativo

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- Testo della recensione:
Eccovi servita la ricetta dei Without provenienti da Bollate (Milano): prendete i Nirvana più pop che ricordate, un cantato in inglese a metà via tra la carica di armonici del compianto Layne Stanley e il nasale di Neil Tennant dei Pet Shop Boys (scusate!), una bella dose di americanità e un pizzico di maturo song-writing pop. Lasciate cuocere per diciassette minuti e servite in tavola!

“Epileptic cow” è un centro: singolone ben levigato con tutte le sue cose al posto giusto, la chitarra e il basso s’intersecano che è un piacere e la linea melodica convince tanto che la mia ragazza la canta (e la balla), già al primo ascolto! Su “Cinghiale” appare la doppia voce, altro elemento caro agli Alice In Chains, e il lavoro del cantante è sempre encomiabile per come sa trattenere la tensione per poi liberarla efficacemente, nonostante l’inintellegibilità del testo.

“Right there” dà più spazio alle chitarre, impegnate ora in riff compatti e barrè granitici, ora in scale e saliscendi più ariosi; “The longest day” è la grande ballata acustica americana per eccellenza - un bignami di “Jar of flies”, se mi passate il paragone, all’interno del promo. Anche su “My dog” si avverte la quadratura, la precisione del combo, senza strafare però, sempre in linea con l’estetica grunge.

Una proposta quindi singolare giusto per la provenienza geografica e temporale, una rilettura del suono degli anni ’90 priva però della disperazione e del nichilismo originali. Un approccio infatti allegro e spensierato, da giovane punk band milanese, spinge questi cinque pezzi veloci che piaceranno a voi e alle vostre ragazze.

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La recensione Right there di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-08-29 00:00:00

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