Rifiuto HC Rifiuto Totale 2012 - Punk, Hardcore

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Un disco che ha molto da dire ma non è abbastanza coraggioso, e risulta un pelo fuori tempo massimo.

I Rifiuto HC sembrano usciti dai racconti sulla scena hardcore punk italiana degli anni '80 raccontata da Marco Philopat. Si tratta praticamente di un recupero filologico delle sonorità di gruppi come RAF punk, Indigesti e tutto quel movimento che fece scuola non solo in Italia ma un po'in tutto il mondo, guadagnando una sua rubrica a cadenza mensile su Maximumrocknroll.

Si diceva, un recupero filologico nel dettaglio, dall'uso delle distorsioni alla struttura dei pezzi, la voce che si ispira molto evidentemente a quella dei Negazione (non a caso, in chiusura, c'è la cover di “Tutti pazzi”), la registrazione volutamente impastata, gli strumenti leggermente scordati, le tematiche, soprattutto il rifiuto verso qualunque tipo di imposizione da parte della società (un testo su tutti, quello di “Marionette”: “Crisi insicurezza disoccupazione / accettazione della dittatura / no!!”), l'anticlericalismo (“Porco il clero”), il nichilismo del no future.

Se i Rifiuto HC fossero stati un gruppo dell'epoca, anche Philopat ne avrebbe parlato, e non escludo che, per quanto fondamentalmente epigoni dei Negazione (e anche i Rifiuto HC sono torinesi), forse avrebbero potuto trovare il loro posticino su quella rubrica americana.
La considerazione che mi sento di fare, però, riguarda questioni sociologiche: i temi del disco risultano attualissimi, ma questo modo di esprimere il nostro scontento fa parte ancora del nostro linguaggio? Si può continuare a fare protesta in un Paese in cui Fabri Fibra è escluso dal concerto del Primo Maggio perché considerato da un'organizzazione contro la violenza sulle donne “sessista”? Si può ancora protestare? Sono l'unica a pensare, per esempio, che nel 2013 il miglior modo per chiedere la parità sarebbe smettere di chiederla? E concludo dicendo che i Rifiuto HC hanno compiuto un unico ma importante passo falso. Quando mi è stato assegnato il disco, mi hanno mandato un'email spiegando che il brano “Donne” (“Donne merda / rovina della società moderna / ostentando sicurezza e determinazione / fottuto scempio della disumanizzazione”), non vuole essere un brano sessista, ma un'estremizzazione dell'antisessimo a scopo ironico. Insomma, prima ancora che io potessi ascoltare il disco, si sono giustificati. Tutto questo è molto poco punk, oltre che un proverbiale “mettere le mani avanti”, offendendo anche un pochino la mia intelligenza. Per tirare le somme del mio comizio, un disco che ha molto da dire ma non è abbastanza coraggioso, e risulta un pelo fuori tempo massimo, che mi sento di raccomandare solo ai veri appassionati del genere.

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La recensione Rifiuto Totale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-18 00:00:00

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