Hotel Inferno Hotel Inferno 2011 - Stoner, Alternativo, Garage

Hotel Inferno precedente precedente

Non capita spesso, tra i dischi che mi tocca recensire, di mettermi le cuffie e sentire un po' di gioco stereofonico. Mi spiego: solitamente l'orecchio destro sente le stesse cose di quello sinistro, e via si continua piatti e noiosi fino all'ultima traccia. "Il Fantasma del passato" come minimo ti avvolge, con il gong che crea l'atmosfera - molto AC/DC va detto - compone un'universo di suoni che si rincorrono tra una parte e l'altra della tua testa; come minimo ti incuriosiscono.

La voce non piace fin da subito, non perché sia stonata o cosa - non me ne è mai fregato dell'intonazione - ma perché resta in bilico tra una melodia più ispiratamente cupa e teatrale, alla Litfiba, e un tono più cristallino e anni 70 che ricorda le Orme o, di riflesso, per un certo gusto seventies, gli Afterhours. Se ci si concentra a seguire chi canta è finita: non perché non abbia un suo timbro o cosa - non me ne è mai fregato del timbro - ma perché vuole fare la parte del leone senza esserne convinto fino in fondo. Che siano i momenti più volutamente tirati ("Sogni Vividi"), psichedelici ("Sei Mia"), o stoner ("Vanità") non riesce a sbatterti in faccia la sua personalità con una sana arroganza. E non è che me ne sia mai fregato troppo della voce - figuriamoci - quando ascolto in cuffia una band rock'n'roll. Ma se la band in questione sa suonare, e ha già fatto lo step successivo dopo quello del "pigiamo solo sull'acceleratore" e quindi è riuscito a metterci del blues, tasti di pianoforte e, in più, mantiene un discreto tiro. Ecco, se la band ha queste potenzialità ma non è capace davvero di trasmettere quel demonio che dice di avere nel petto, l'effetto sarà di alzare le aspettative per deluderle un secondo dopo.

Sulle parole usate non voglio infierire: prendete le cose più leziose degli ultimi tre nomi in grassetto e copia-incollatele in testi che andrebbero letti nel 2013. A stento ho capito di cosa parlavano, ma posso sorvolare - non me ne è mai fregato.

E' una band che non si posiziona tra le ultime arrivate e che ha già un suo gusto nella scelta dei suoni. Ci sono musicisti che sanno suonare, allora che tirino fuori le palle e facciano il salto di qualità che devono a loro stessi. Vediamo se ci riescono con il prossimo disco.

---
La recensione Hotel Inferno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-10 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia