Kreativ In Den Boden Ruins of Overrated Feelings 2012 - Electro

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Un po’ di sana darkwave anni ’80 rivisitata da Mirko Void in chiave industrial/kraut-rock e confezionata in analogico tra le rassicuranti pareti di casa.

Gira e rigira, alla fine, l’immaginario è sempre lo stesso per quei giovani musicisti che decidono di avventurarsi nell’intrigante mondo della darkwave. Idem per accordi e parole. Una Berlino struccata e perennemente a gambe aperte, la guerra fredda, l’iconografia marziale, il gelido abbraccio della nebbia, l’ombra spettrale dei neri cavalieri elettronici degli ultimi 40 anni che si aggira tra le decadenti architetture di un mondo in rovina, funestato da un imperituro Novembre.

Eppure, funziona (quasi) sempre! Il progetto unipersonale di Mirko Void impartisce lezioni di analogica oscurità fatta in casa, tanto vicina all’industrial quanto all’elettronica didascalica degli anni ’70, con un gran bel pezzo di cuore lasciato dentro l’inverno eterno della synth-wave ’80. Se le parti vocali sono lontane dalla benché minima espressività comunicativa, né palesano al contempo quell’asettica teatralità che spesso caratterizza le produzioni del genere, la scenografia elettronica, al contrario, tratteggia alla perfezione un quadro d’intermittente emotività in salsa lo-fi, tra desolazione e caos, angoscia e oniricità.

La techno ossessiva del DJ americano Dustin Zahn in “Strangers To Stability”, il piglio quasi shoegaze di “Away” e il minimalismo orientaleggiante di “I miss things that I’ve never lived” rappresentano le tonalità estreme di un chiaroscurale affresco sintonizzato sulle frequenze di Clan Of Xymox, New Order, Front 242 e Tangerine Dream – tra elettronica trasversale (“Me, You, 4AM”, “Kalahari”) e dancefloor (“Overrated”, “Tease”) – nonché su quelle degli storici maestri cerimonieri italiani come Kirlian Camera, Pankow, Limbo e Frozen Autumn (“SAME” e “Liquid Paranoia”). Il liturgico finale androidiano di “Do you remember Paris?” cala, infine, il sipario sopra questa ibrida creatura sonora divisa tra nostalgica rivisitazione e cupo futurismo domestico.

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La recensione Ruins of Overrated Feelings di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-23 00:00:00

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