Tottemo Godzilla Riders s/t 2002 - Lo-Fi, Sperimentale, Pop

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Tottemo Godzilla Riders è un progetto nato sull'imprevedibile asse campano-nipponico dall'unione delle forze di Nicola Mazzocca con quelle di Tae Tokui, e sviluppato in una bizzarra dimensione sospesa tra pop e ricerca, che, nella mezz'ora esatta del cd-r, si concretizza in otto episodi.

Tutti da ascoltare.

L'approccio 'canoro' di Tae è tutt'altro che ortodosso (in "Piu'" capita di sentirla miagolare, in altri passaggi si trovano parlati o 'altro'), e nel susseguirsi dei pezzi, dopo la filastrocca di "Shiba-inu", a cui è delegata la responsabilità di introdurre l'ascoltatore nella 'dimensione' dei T.G.R., subito bissata dall'andamento delicato ed altrettanto ciclico di "Momiji", è possibile trovare le linee vocali -che 'melodiche' sarebbe grossolanamente impreciso- di volta in volta accostate ad eleganti fraseggi di piano, spesso protagonisti assoluti (oltre che in "Piu'", in cui il fondo è davvero bello, anche in apertura di "Oyasumi sleepy baby" e in "Onaka ga suita...", in cui i tasti bianchi e neri sono sovrapposti alla registrazione 'culinaria'), a chitarre acustiche accarezzate o percosse (ad esempio nella seconda parte dell'ultima traccia citata), a rumori(ni) vari; altrove ci si imbatte in strutture differenti, arresi all'impatto saltellante ed accattivante di "Ka kirai", che, senza perdere in autonomia, propone qualcosa del Giappone musicale -giocoso e frizzante- che anche l'Occidente meno ricettivo ha scoperto negli ultimi anni (almeno dalle famigerate raccolte "Sushi" della Bungalow in poi...), o precipitati nella ricerca decisamente più 'spinta' di "Godzilla ga kita!!!", lunga, sperimentale, a tratti rumoristica.

Chiude, perentoriamente sicura di sè, l'incantevole "Mosura", canzoncina che si candida a ricevere un'improbabile aggettivazione (ma, a posteriori e casualmente, ho trovato con euforica sorpresa un concetto assolutamente analogo in altra -autonoma- recensione! (n.d.t.)) tipo "nippo-balcanico-sovietica", nel disperato tentativo di rendere, con una triade di riferimenti geografici, una vaga ideea del contenuto.

Le suggestioni figlie del Sol Levante di cui il cd è permeato, non solo a livello vocale o relativamente agli strumenti utilizzati (anche nel sesto pezzo, certo più complesso di altri, i riferimenti ad armonie tipicamente nipponiche sono immediati), rappresentano un buon collante per rendere ancora più coerente un cd che comunque non difetta certo né in organicità né in personalità. Inevitabile chiudere con i meritati complimenti per il lavoro svolto, in attesa di sviluppi successivi altrettanto significativi.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-10-11 00:00:00

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