Suez Illusion of growth 2013 - Psichedelia, New-Wave, Alternativo

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Dissonanze dark e urla post-punk per raccontare una generazione che cresce senza aspettarsi niente.

Mala tempora currunt, eh già. E a passarsela peggio sono proprio quelli che dovrebbero essere portatori di fiducia, quei giovani che invece guardare al futuro con baldanza si crogiolano nella paura e nella nostalgia di epoche non vissute, cercando sollievo dall'incertezza nel divertimento fatuo dell'eterno rimandare la crescita, oppure buttandosi a capofitto nella depressione. È quest'ultimo il caso di cui suonano i Suez, dipingendo il ritratto a colori scuri di una generazione che è, o si sente, priva di prospettive. Ragazzi incatenati a un orizzonte di frustrazione, costretti a piangere per tutte le cose che non cambiano. Una desolazione che risuona nelle urla di Luigi Battaglia, scagliate su dissonanze che pulsano delle luci basse e del bianco e nero del post-punk. Quello dei Cure, omaggiati non solo nel titolo in “Boys Must Cry”, quello dei Joy Division, la cui ombra si staglia nel ritmo di “Once You”, e quello più teatrale e dissonante di Pere Ubu e Virgin Prunes. Con due episodi più morbidi, quasi rassicuranti nel loro andamento classico – la radioheadiana “10000 years” e la ballad un po' alla Nick Cave “Anything”, ulteriormente addolcita dalla voce femminile – ad aprire e chiudere una parabola che fra synth appuntiti e grida di violini ascende fino al climax noise tribale di “Lighthouse” per poi planare (o precipitare?) verso una pacificata (o rassegnata?) fine.

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La recensione Illusion of growth di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-30 00:00:00

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