Fast Animals And Slow Kids Hybris 2013 - Rock, Punk rock

Primascelta! Hybris precedente precedente

Primascelta!

Conoscete i Fast Animals And Slow Kids?
Se la risposta è negativa, è il caso che rimediate in fretta perchè, mi sbilancio, sono grandi e lo diventeranno anche di più. Una informazione molto utile per cominciare: Hybris, il loro secondo album, è in free download e rilasciato sotto licenza creative commons, quindi in buona sostanza potete scaricarvelo ORA. Bene, avete rimediato alla vostra ignoranza? La soave intro di “Un pasto al giorno” sta dunque risuonando nelle vostre orecchie? Tra non molto rivelerà la sua vera natura e vi trascinerà in un gorgo di undici brani che definire impressionanti è poco. 

Facciamo un passo indietro, più precisamente nell'immediato post-Miami 2012, quando scrivevo (oh cielo, è la prima volta che mi autocito!):

Signori miei, qui c'è il talento, quello vero. I FASK prendono il Pertini, fino a quel momento “timido” e lo ribaltano con disinvoltura. Il loro disco d'esordio è carino, ma non rende minimamente l'idea di cosa sono questi quattro perugini sul palco: istrionici, rumorosi, metronomici e divertentissimi, in due parole... rock'n'roll come pochi riescono nel 2012. Grandissimi.

“Cavalli”, l'esordio prodotto da Appino e Giulio Favero per Ice for Evreyone, era realmente un disco valido e resta tutt'ora assai piacevole, contiene tracce killer (“Lei”) e rimane un ottimo biglietto da visita, ma la sua pecca maggiore va ricercata proprio nel non saper restituire la carica sbalorditiva che i quattro sprigionano in concerto.
Qui sta la differenza principale con questo Hybris (“tracotanza” in greco antico) che, oltre a fornire conferme su tutti i giudizi positivi già espressi, trova la quadratura del cerchio e sposta nelle casse dello stereo (meglio se quello dell'auto) ciò che i FASK sono (diventati) sul palco: il bello è che non si limita a questo e anzi va molto oltre.
La maturazione a livello di scrittura, tanto per cominciare, è disarmante, la tracklist è perfetta e obbliga all'ascolto dell'intero lavoro, le fasi del quale sono legate e dosate con sapienza da veterani, l'intero album entra velocemente in circolo e proietta l'ascoltatore in una sorta di adolescenza mentale,  le cui pulsioni, di vita o di morte, vengono disegnate e raccontate da canzoni superlative.

Se agli esordi il gruppo sembrava optare più per una specie di ironia strafottente, comunque efficace, sembra ora aver trovato la sua dimensione perfetta in una formula più dura ma altrettanto fantasiosa, epica nel vero senso della parola: si tenga conto che unire epica e rock'n'roll è rischiosissimo, le possibilità di sbrodolare (o pisciare fuori dal vaso, se preferite) sono molte ed è qui che i FASK vincono a mani basse, risultando credibili oltre che sontuosi.
Il loro furore è autentico, non c'è nulla di posticcio e pressochè tutti i brani si candidano a diventare anthem generazionali di un'epoca in cui l'adolescenza ha travalicato i confini dell'età anagrafica: i FASK suonano per i loro coetanei, ma colpiscono duro anche chi ha passato la trentina e difficilmente riesce ancora a sorprendersi.
Prendete il singolo “A cosa ci serve” o gli incredibili cori di “Calce”, ma anche il testo di “Farse” con quel verso che recita “Le speranze a vent'anni, essere fermi ma sentirsi distanti” o ancora “Maria Antonietta” costruita su stop and go travolgenti e un testo crudo e visionario: sono brani che non si accontentano di stare in sottofondo ed entrano con prepotenza nella vita quotidiana, rendendo adrenalinico anche il semplice percorso che ti porta sul luogo dei tuoi doveri quotidiani, siano essi di studio o lavoro.
Qualcuno una volta disse che la musica migliore la fanno i ventenni ed è un fatto che “Hybris” suona giovane e moderno e nel contempo classico, irruento ma anche maestoso, senza alcuna ruffianeria all'orizzonte e anzi pregno di un notevole coraggio nel suo essere eccessivo, muscolare e tracotante, come solo la sfida agli dei lanciata da quattro giovani guerrieri può essere.

Innamoratevi di loro, ascoltateli ovunque e andate a vederli dal vivo: sapranno ricompensare la vostra attenzione e, ne sono certo, diventeranno qualcosa di molto importante.

 

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La recensione Hybris di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-22 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • pan 11 anni fa Rispondi

    Super album del 2013

  • IndieDiProvincia 11 anni fa Rispondi

    grazie per il ragalo!

  • tonez 11 anni fa Rispondi

    grazie!

  • TheRust 11 anni fa Rispondi

    Gran disco!
    Grandi raga!