Nonostante la giovane età e una produzione poco raffinata, Mista Toulu racconta il suo essere italiano (anche se nato in Nigeria).
È da quando Danny Mendez indossò quella corona di Miss Italia nel 1996 che ripetiamo - come un mantra psichedelico - "chissà la nuova generazione di italiani/ chissà la nuova generazione di italiani/chissà la nuova generazione di italiani".
Il giovane rapper Mista Tolu è un ottimo esempio di codesta razza aliena: 23 anni, originario della Nigeria e in Italia da quando ne ha 2, appassionato di hip-hop, inizia a scrivere rime e produrre beat all'età di 15 anni. Due uscite all'attivo, l'ep dal titolo profetico (e spaccone) "Tutti vogliano l'album" e "Manifesto", più una laurea in Scienze della Comunicazione conseguita a Cambridge. Tornato nella sua Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, pubblica "Wake Up", un ep dove i testi si dimostrano essere la parte centrale del lavoro del giovane: dal razzismo subito nei piccoli centri fino alla crisi economica, temi importanti stemperati da citazioni pop (dal "Grande Fratello" di George Orwell fino al noto film anni Sessanta "Indovina chi viene a cena?").
Tuttavia, l'ep di Mista Tolu non ha la forza di farsi voce di questa generazione: la produzione risulta poco raffinata, i beat scarni e le liriche ancora incerte. "Wake up" è un tentativo, un piede sull'uscio della porta dove si sente rimbombare il verso "ma stasera indovina con chi viene a cena, questa è l'era del 2.0, vuole sposarsi infatti ha scelto un nero". La voglia di emergere del giovane rapper prende il sopravvento sulla cura dei testi, ma non è detto che un giorno saprà rappresentare il suo essere di seconda generazione con ironia, che si ascolti Ensi e un pezzo come "Terrone", ad esempio. Aspetto il prossimo ep.
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La recensione Wake up! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-15 00:00:00
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