the brown spacebob in the jam L.E.M. 2012 - Stoner, Psichedelia, Indie

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Stoner rock: c'è chi ha costruito un'intera carriera suonando sempre la stessa canzone. Vediamo come sarà quella dei Brown spacebob

Immaginate gli Stati Uniti. Ora concentratevi sulla California, sulla sua area più assolata e rovente: in un certo senso è lì, grazie Josh Homme e al suo Ranch della Luna, che è nato lo stoner rock dei nostri Brown Spacebob. “In the Jam L.E.M” mostra infatti tutto l'amore della band per la musica del deserto.

L'opener “John Quiote” è dilatata e vagamente psichedelica, in bilico tra arpeggi ipnotici e sfumature bluesy. Il mood dell'album è cupo e rabbioso, a base di riff ostinati, come vuole il rock dei Queens of the Stone Age. E Le successive “Reborn” e “Feed the beast” confermano l'idea iniziale: atmosfera oscura e chitarre onnipresenti, un ringhio d'avvertimento. “Also Floats” si presenta invece come uno spartiacque: il piglio è quello dei Soundgarden degli esordi, tutta esuberanza hard rock e voce tonante. Ma già a metà scaletta, con “Werner”, si ptrebbe tirare le somme di ciò che la band propone e, per certi versi, è un pregio: è sintomo di una personalità ben definita. Certo la scaletta dei brani mette in luce il suo punto debole: la ripetitività, le sei corde disegnano geometrie a lungo andare troppo simili tra loro, per quanto sicuramente d'impatto.

Io mi limito a lodare l'attitudine e il sudore versato, in fondo c'è chi a ripetersi si è costruito una carriera. Vedremo come sarà quella dei Brown Spacebob.

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La recensione in the jam L.E.M. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-11 00:00:00

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