This Harmony 1789 2013 - Strumentale, Indie

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La perfetta conclusione di una storia bellissima.

Dopo più di dieci anni di attività i This Harmony hanno deciso di porre la parola fine alla propria storia. La storia di un’armonia nata in piena adolescenza e concretizzatasi poi nella realizzazione di tre album supportati da numerosi concerti in giro per l'Italia e l’Europa. Insomma sono tante le soddisfazioni che questa band perugina ha saputo togliersi. Sono tante le emozioni che ha saputo regalare al pubblico dal quale oggi si congedano.

Come hanno deciso di congedarsi? Hanno deciso di farlo con un terzo album bellissimo, dal titolo evocativo, “1789”, l’anno della Rivoluzione francese. Evocativo perché la fine di quella che per anni è stata come una famiglia, come una ragione di vita, non può che rappresentare una rivoluzione nella propria vita. Registrato all’interno del Teatro Vittoria di Pennabilli (RN) quest’ultimo disco riesce proprio a trascinare l’ascoltatore all’interno del teatro stesso. Una piccola orchestra, quattro elementi, una miriade di suoni. Una smisurata passione per la musica classica che incontra più moderne soluzioni post-rock. Chitarre alle prese con delicati arpeggi dalle tinte shoegaze fanno da supporto ad un violino che il più delle volte si prende il ruolo di protagonista. Di contorno la partecipazione di David Barbatosta alla tromba e Andrea Angeloni al trombone.

Basterebbero pochi secondi alla titletrack iniziale per conquistarvi. Una sinfonia in crescendo dove la batteria detta i tempi con autorevolezza prima di lasciarsi andare nel finale. Seguono dieci tracce vibranti, raffinate, poetiche. La libera schitarrata acustica di “V”, l’intima leggerezza di “Natura”, la nostalgica melodia di “Carillon”, l’incedere tormentato di “Krise”. Diversi stili, diversi stati d’animo che si confondono pur trasmettendo sempre una sensazione di equilibrio, di pace interiore. Questo fino ad arrivare alla conclusiva “Fin”. Quando una bella storia come quella dei This Harmony giunge al termine c’è sempre un po’ di tristezza. Anche un po’ di rammarico perché forse questi musicisti così talentuosi hanno raccolto meno di quanto avrebbero meritato.

Quel che rimane però è la consapevolezza di quanta passione e dedizione essi abbiano dedicato a questo loro progetto, facendolo crescere anno dopo anno con la stessa naturalezza con la quale oggi lo portano a conclusione. Chi è entrato in contatto con la loro musica, chi lo sta facendo solo ora, chi per un qualsiasi motivo lo farà in futuro. Di certo queste persone non lo dimenticheranno mai.

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La recensione 1789 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-06-18 00:00:00

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