Pugaciov Sulla Luna Poly - demo - 2013 - Rock, Alternativo

Poly - demo - precedente precedente

Arrabbiati sì, viscerali sì, bravi no.

Lo ammetto: in passato sono stata devotissima alla serie TV Sex and The City. Come per ogni serie, durante le sei stagioni ho imparato una serie di aneddoti interessanti, non solo sul sesso ma anche sul lifestyle newyorkese. Uno che mi è rimasto particolarmente impresso e che cito spesso è quello sulla conversione alla religione ebraica. Infatti, quando si decide di intraprendere questo percorso e ci si interfaccia con il rabbino, lui è tenuto a rifiutare la richiesta dell'adepto fino a tre volte, per mettere alla prova la sua reale motivazione. Un ostacolo a volte decisivo che ha la funzione di scremare il più possibile i futuri fedeli.

Ora, con questo demo funziona un po' allo stesso modo. La prima traccia sembra una prova di volontà piazzata lì per scoraggiare l'ascoltatore, per testare se è veramente motivato a proseguire l'ascolto o se sta solo bluffando. Forse questo funziona con la religione ebraica, ma direi che quando si tratta di auto-promozione è veramente una scelta del cazzo. Una traccia simil-college rock, con un flavour lo-fi che sembra più un incidente di percorso che non una scelta di stile, e un effettaccio sul cantato davvero terribile. A dire il vero il cantato resta terribile per 3/4 del disco, ma se si sopravvive alla prima canzone, il resto è veramente tutto in discesa.

Ad esempio: “Bigger Blue Sea” è una traccia immotivatamente lunga, che però con un po' di stomaco e di fantasia, riesce anche ad avere un suo perché. Richiama quella bittersweetness di fine anni '90 tipica degli Smashing Pumpkins e ha degli spunti musicali che vanno al di là della mera scopiazzata, benché il cantato (scusate se ribadisco ma è per dovere di cronaca) continui a essere, a tratti, veramente straziante. “Terra” somiglia invece più alle note italiane dei primi Marlene Kuntz. Arrabbiata, viscerale e scura, quasi tutta parlata nel microfono (grazie a dio).

Una cosa positiva è che i Pugaciov non sono mai ripetitivi: per quattro tracce hanno quattro rispettive variazioni sul tema, fattore che li rende quasi interessanti se si ha la pazienza di andare oltre la trascuratezza dei suoni. Poi è chiaro: va tenuto in mente che “Poly” è un demo, un work in progress - very progress e quindi ci potrebbe anche stare che sembri tagliato con l'accetta. Si prega però di passare velocemente al trucco e parrucco: il livello attuale è veramente non classificabile.

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La recensione Poly - demo - di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-11-06 00:00:00

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