Malevic Malevic 2013 - Rock, Metal, Alternativo

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Premiate tessiture grunge. Oltre i camicioni di flanella.

Non sopporto i libri sopra le duecento pagine, figurati una canzone sopra i quattro minuti canonici, almeno nell’ambito della musica popolare. Ho sempre considerato la sintesi (altrui) una grandissima virtù, forse perché ne sono privo. Ad esser onesto di trasgressioni a questa mia linea guida ce ne sono, ma del resto nemmeno la coerenza è mai stata il mio forte. Questa band di esuli abruzzesi trapiantati a Bologna si presenta come un progetto che cerca di “unire il grunge di Alice in Chains e Soundgarden al rock-metal progressivo di Tool, Isis e Neurosis”: quando ho letto questi ultimi tre nomi mi sono impaurito e mi sono abbarbicato sul tasto di fast-forward, pronto a premerlo dopo il terzo cambio-tempo (ovviamente dispari) o tonalità (minore, ca va sans dire), memore di ascolti che ormai credevo di aver relegato in un cassetto.

In realtà il progetto si muove maggiormente su coordinate prettamente grunge-revival, sopratutto nei suoni, molto vicino effettivamente ad Alice in Chains e Soundgarden. Le strutture dei brani sono dilatate per permettere ai testi di esprimere in ogni spigolatura il senso del disagio e dell’inadeguatezza ma più che alle atmosfere prog-metal, si avvicina ai territori più vicini concettualmente di stoner e sludge (azzardando con tratti vicini ai Corrosion of Conformity), relegando l’ossessione sul singolo riff a singole parti ben collegate con le altre. Da Tool et similia sembrano invece aver saccheggiato l’attitudine a non cercare una forzata apertura in un ritornello che, del resto, non sarebbe funzionale alla tipologia di racconto implementato, in quanto questo comporterebbe de facto una sintesi. Nonostante le mie perplessità iniziali, i minuti scorrono abbastanza agilmente senza dover ricorrere a troppe variazioni ed anzi è proprio la compattezza del lavoro presentato a colpirmi lasciando un senso di “atmosfera” più che il ricordo di un singolo hook o frase melodica.

Una prima prova sulla lunga distanza riuscita nel presentare un lavoro completo, compatto e coerente ma che arriva con un deciso ritardo rispetto alle molte evoluzioni che nel frattempo ha avuto la scena di riferimento. Malevic, una buona carta in mano la avete, magari una sola, sta a voi giocarvela.

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La recensione Malevic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-03 00:00:00

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