Sweet Smell of Shining beyond waterfalls 2013 - Elettronica, Shoegaze, Pop rock

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Partire dalla Madchester e arrivare agli XX con un percorso non proprio lineare. Qualcosa funziona anche bene, ma c'è ancora da lavorare.

L'altro giorno stavo pensando al modo più efficace ed immediato per definire gli Sweet Smell of Shining. Ero in macchina e mentre saltavo compulsivamente da un canale radio all'altro, una lampadina mi si è accesa all'annuncio di un brano sull'emittente Radio80 che introduceva la rubrica "80 Nostalgia". 80 Nostalgia è, nel bene e nel male, il sintagma che meglio identifica il trio di Verbania che, in attività per due anni dal 1992 al 1994, decide di rimettersi in gioco oggi modificando le precedenti attitudini alternative/brit di influenza più radioheadiana, con l'inserimento di una drum machine ed elementi di musica elettronica. Suddetti elementi sono poi mischiati a sonorità ed effettistiche più tipiche di quella gloriosa metà degli anni ottanta che legò a Manchester gruppi come Stone Roses (In quel senso Waterfalls?) o Happy Mondays. Sarebbe anche un bel esperimento ma, purtroppo, questa babele di influenze poche volte funziona.

I brani più riusciti del disco sono in effetti quelli più semplici, lineari, coerenti a quella nostalgia benefica degli anni della Factory Records. "Contact" ," The most striking step" e "Homeward Journey" meritano una bella passata con l'evidenziatore per l'armonia con cui il riverbero della chitarra e le sfumature del synth si amalgamano creando un discreto incontro tra ciò che può apprezzare un ammiratore di Ian Brown e uno degli XX. Il resto del disco è sicuramente sopra la sufficienza ma a volte esagera con una delle due attitudini lasciandosi andare con gli innesti elettronici contemporanei troppo sintetici a volte, come nel caso di "Sorrow" o, al contrario, voltandosi troppo verso il passato con la timida ballata "Rainy Day" (che in versione semplicemente acustica potrebbe rendere benissimo per esempio). 

Per chiudere, un sorriso mi è sfuggito all'ascolto di "Earth Angel", canzone bellissima originalmente composta dai Penguin, già coverizzata da chiunque, e che ogni generazione associa ad una versione diversa; io a quella di "Ritorno al Futuro". E' innegabile, quindi, che il gruppo abbia alle spalle un ottimo background, e buone idee; la materia prima c'è, occorre correggere un po' il tiro. C'è il rischio che le proprie reminescenze musicali vadano a comprire un'anima più personale, al momento solo accennata. Aspetto il prossimo disco.

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La recensione beyond waterfalls di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-08-21 00:00:00

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