giuseppe tomassini La luna è caduta dal cielo 2013 - Cantautoriale, Folk, Acustico

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Un talento cristallino che il festival Musicultura, anni fa, non comprese a pieno. La rivincita di Giuseppe Tomassini

I festival servono. Esempio: possono risultare utili per districarsi nella giungla della discografia tricolore selezionando l’offerta, rendendola il meno possibile simile a un’orda selvaggia. Per poi terminare l’opera puntando sul talento. Altrimenti non serve a nulla. C’è chi questo servizio lo rende davvero, come Musicultura. Che però non può stare dietro tutto e tutti, qualcosa di tanto in tanto sfugge anche alla gioiosa macchina operante in terra marchigiana. Riferimento per nulla velato a Giuseppe Tomassini, una presenza a Musicultura edizione 2010, chiusa poi in semifinale. Al di là di tutte le contingenze del caso, il cantautore originario di Senigallia avrebbe probabilmente meritato qualcosa di più. Poco sopra si disquisiva di talento: ecco, Tomassini ne possiede a pacchi. E lo ha riversato nel suo primo album, “La luna è caduta dal cielo”.

Undici canzoni suonate con la spina staccata, tra ricche trame acustiche e incursioni jazz degne di nota, merito del modo in cui Claudio Mangialardi pizzica il suo contrabbasso e delle spazzolate del batterista Massimiliano Natale. Si finisce col muoversi tra sonorità alla Mannarino, introspezione degna di un Elliott Smith, omaggi consapevoli a Fabrizio De Andrè (altrimenti non si capisce per quale motivo si dovrebbe titolare un pezzo “Nemico fragile”, e forse c’è Faber anche in “Per i tuoi bellissimi occhi”), un pizzico di Sud America che non guasta mai, arpeggi che si arrampicano dove vogliono loro. E col parlare di luna e stelle, sentimenti ma anche immigrazione, prigioni sovraffollate, globalizzazione. Ed è come se ci fossero due Tomassini, quello ironico e scanzonato di “La galera” o “Che brutta mattina”, e un fratello un po’ più cupo, volendo anche incazzoso, e comunque costretto a vedersela con un vento fastidioso, che “soffia in faccia e in direzione opposta alla nostra strada”. Volti, entrambi autentici, di un musicista che potrebbe ambire a un futuro importante, al di là di un disco dal minutaggio forse eccessivo e che nel finale arranca tra qualche lentezza di troppo.

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La recensione La luna è caduta dal cielo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-03 00:00:00

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