Diego De Gregorio Restaurante 2013 - Cantautoriale

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Otto brani dove regna la confusione, si fatica ad andare avanti con l'ascolto. C'è bisogno di maggiore impegno.

Svariate volte dopo aver ascoltato e riascoltato “Restaurante”, primo disco di Diego De Gregorio, mi chiedo ancora cosa mi abbiano lasciato questi 27 minuti di musica. Non vorrei essere esagerata nel dire che mi sembra tutto un po’ random qui. Ma andiamo per ordine. Tutto parte da un concept e cito testualmente dalla bio: “L'album narra di un uomo che in un futuro prossimo decide di "restaurarsi" la mente, cioè eliminarne tutte le brutture e i segni del tempo e ricostruire le parti danneggiate dalla propria esperienza di vita e dalla rassegnazione per quello che avviene all'esterno.”

La opener è una sorta di dichiarazione di intenti, l’introduzione del sopracitato concept; sembra di essere in strada, nel caos, ukulele, voce e urla di sottofondo/cori da stadio che ci stanno come il cavolo a merenda. Con “Bella festa” si migliora un po’, il ritornello è orecchiabile e il sound semplice è piacevole; “Taglia la testa al gallo”, cover di Ivan Graziani, mantiene la matrice folk, con aggiunta di rumori, percussioni e (di nuovo, per la terza volta) cori. In “Astenersi tempo” la parola d’ordine è confusione, c’è qualcosa che decisamente non è chiaro, sarà che si fa davvero fatica a seguire il brano senza perdersi e le liriche sono un po’ imbarazzanti (“Astenersi tempo, sole batte su di te, fotti la stabilità se vuoi capire me”), senza contare che incappiamo in cambi ritmici che sembrano senza senso. Il resto lo tralascio, siamo sempre davanti alle succitate problematiche.

Il mood di “Restaurante” è spensierato, musicalmente parlando, leggero, ma forse è proprio l’idea di base che appesantisce il tutto, i testi e vari elementi che sembrano presi e buttati in qua e in là a casaccio. Quindi, caro Diego, ti consiglio di ripartire da capo e prendere un’altra direzione perché ad ora sembra che il sound di questo disco non sappia ancora cosa vuole essere; c’è bisogno di maggiore impegno per risultare credibili, soprattutto nel vasto mondo dei cantautori. Per adesso sei rimandato, ma ti aspettiamo per il prossimo lavoro.

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La recensione Restaurante di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-02 00:00:00

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