Liorsi EpPi 2013 - Cantautoriale, Lo-Fi, Britpop

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Sfigati e scarsi, ma sempre cool

Mi sono imbattuta nei Liorsi dal vivo in un'insospettabile sera di maggio, che solo a vederli, uno magro e dal look liverpooliano, l'altro più piazzato, con la barba e un non so che di seattleiano, non ci avresti scommesso un euro. E non posso dire che si sia trattato di colpo di fulmine: più che altro, avevo davanti a me una band che suonava discretamente confusa, affermava di fare "musica di merda", eppure, inspiegabilmente, ne rimasi tremendamente e segretamente affascinata. Come quando ti piace quello un po' bruttino della compagnia, e ti vergogni a confessarlo alla tua migliora amica perché ti prenderebbe per il culo per il resto dei tuoi giorni.

Bene, è il mio momento di fare outing: a me piacciono i Liorsi. E' vero, non azzeccano un arrangiamento che sia uno, l'ep ha un titolo tremendo, una copertina peggio ed è registrato in maniera che definire amatoriale è un complimento grandissimo. E allora perché do di matto quando ascolto i Liorsi, ho già imparato le loro canzoni a memoria e le canticchio tutto il giorno? Ecco perché: forse neanche loro ancora lo sanno, ma hanno una capacità di scrittura favolosa. I testi stralunati e strampalati, eppure a tratti neorealisti, come un Bugo della prim'ora, esprimono la poetica del loser ("Lei mi odia / Io le dico "Ti amo" / Lei mi dice / "E tu chi cazzo sei?" / E dico al cameriere / "Le donne sono avanti, garçon"); picchi di dissacrante ironia in "Riaccompagnami a casa" e "Sarò sempre cool" ti pongono davanti all'unica certezza possibile: sono tanto sfigati quanto furbetti.
Musicalmente sono figli degli Oasis in versione spiaggia/falò con gli amici, con qualche incursione nelle chitarre dei Diaframma ("I depressi lo sono ancora"), e una tendenza al lo-fi obbligata dalle loro scarse qualità tecniche. Ma chi se ne importa infondo. I Liorsi hanno quel quid nella scrittura, sia come già detto sul versante dei testi, sia nel comporre le linee melodiche, che ne fanno un oggetto curioso da ascoltare e gustare con gentilezza e attenzione. Da un lato mi auguro che diventino più bravi, dall'altro, vorrei che rimanessero esattamente come sono adesso: spontanei, genuini e sfigatissimi.

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La recensione EpPi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-05 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • emilianocalori 11 anni fa Rispondi

    Simpaticissimi, sfigatissimi cazzoni: Mi piacciono! Anche se si' e' vero: non azzeccano un arrangiamento!