I Quartieri Zeno 2013 - Psichedelia, Slow-core, Pop rock

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Un'eleganza e un contegno molto rari, un suono tondo e corposo e una grazia innata. Un gran bel disco.

Sono passati ben tre anni da quell’ep di debutto dei Quartieri che ci aveva lasciato letteralmente a bocca aperta. Il motivo, ora lo possiamo dire con sicurezza, è che è difficile ascoltare qualcosa di simile in Italia, con quei suoni così dilatati e siderali, animati da una luce brillante ma di un chiarore freddo, e addolciti da un cantato in italiano onesto e consolante. Una formula forte e soprattutto riconoscibile, che nel tanto atteso primo disco riprende il discorso aperto con le Nebulose dell’ep: nove tracce di melodie corali e selvatiche sintonizzate sulla stessa onda solenne dei Grizzly Bear, code strumentali belle da perdercisi, visionarie e notturne e sensuali come le scie che lasciano i Beach House, atmosfere lente e rarefatte di aria purissima in stile Postal Service - tutto accompagnato infine da una voce tipicamente romana, con quel modo morbidissimo di trascinare le vocali con un’ombra di malinconia che è uno dei tratti comuni dei cantautori della capitale (Zampaglione in primis). D’altronde, era già chiaro dall’inizio che i Quartieri “sono un gruppo travestito da cantautore, o un cantautore travestito da gruppo”, e forse è proprio questo il loro punto forte: un'eleganza e un contegno molto rari, un suono tondo e corposo e una grazia che viene dall’espressione davvero spontanea e sincera di quello che si vuol dire, come un amico che sta per fare una confessione importante. Più che una confessione però, "Zeno" svela la sua coscienza nella volontà di ritrovare un nuovo inizio, un qualcosa che sia il più simile possibile ad una rivoluzione, come si canta in “Argonauti”: “oggi è solo un giorno di passaggio / una storia generazionale / non c'è bisogno di chiamar coraggio / il bisogno di cambiare / chiamare il male col suo vero nome / ritrovare spazio alle persone / uniti in un coro che sia amore / cambiare, cambiare.

Se insomma quel che cercavano era una partenza bella e nuova, i Quartieri l’hanno trovata.

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La recensione Zeno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-30 00:00:00

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