Assoli di chitarra uno più bello dell'altro per un disco funk purtroppo senza nerbo
Sette assoli di chitarra uno più bello dell'altro non bastano a far emergere questo disco d'esordio degli Hot Dogs Family dal magma delle produzioni funk senza nerbo. Del lavoro sull'interplay e dell'attenzione alla strumentazione vintage (che, per quanto mi riguarda, non è necessariamente un valore aggiunto) viene fuori qualcosa, sì, ma complice anche la registrazione in presa diretta (una scelta, ma con i suoi pro e contro) il sound risulta ancora abbastanza appiattito, in particolare per ciò che riguarda basso e batteria, che dovrebbero essere i pistoni della macchina della band.
Ma il problema è anche una voce dall'interpretazione troppo bianca, troppo rock anni Ottanta (evidentissimo in un brano come "I'm going down", che infatti vira proprio da quelle parti), e dei brani che, a conti fatti, passano senza lasciare traccia, sia quando sono lenti ("Hold me down"), sia quando non lo sono ("Blood'n'rolling"). L'eccezione sono i già citati interventi della chitarra solista, che si staccano dalla base tanto a livello di suono quanto a livello compositivo.
"The Hot Dogs Family" è dunque, purtroppo, un lavoro che lascia il tempo che trova, all'interno del suo genere, certo non uno in cui sia facile incidere al primo colpo. Mai perdersi d'animo però, visto che il gruppo milanese si è formato solo da un anno e mezzo: avrà tempo per aggiustare il tiro.
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La recensione The Hot Dogs Family di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-21 00:00:00
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