Blessed Child Opera The Darkest Sea 2013 - Folk, Dark, Post-Rock

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Un album bellissimo e dalla caratura internazionale. Per coloro che amano sonorità scure

Mi approccio con un ritardo inqualificabile a questo disco firmato Blessed Child Opera, praticamente un anno dopo dalla sua uscita. Prontissimo comunque ad ammettere le mie colpe per non aver dato la giusta attenzione ad un'opera dalla caratura internazionale (non solo perché cantato in inglese), avrei dovuto aspettarmi che anche per "The darkest sea" si sarebbe trattato di qualcosa di grosso. Scorrendo infatti le recensioni dei lavori fin qui realizzati, in ogni occasione gli elogi si sprecano e - aspetto tutt'altro che irrilevante - trattasi ogni volta di una firma diversa dalla precedente.

Risulterà perciò ancora più difficile convincervi (nuovamente) della bontà di un lavoro che tocca vette creative davvero notevoli. Rispetto a quanto Paolo Messere ci aveva abituato finora, queste 10 canzoni brillano ancora di più - e mentirei se sostenessi il contrario. Certo, non si tratta di un disco per tutti e per tutte le stagioni, ma per darvi qualche coordinata (nel caso in cui il titolo non bastasse) non avrebbe certo sfigurato nel catalogo 4AD. I riferimenti sono tanti e quelli utilizzati dai colleghi in precedenza (Red House Painters Black Heart Procession su tutti) continuano ad avere la loro ragion d'essere. Personalmente alla lista aggiungerei anche un Nick Cave dell'epoca Bad Seeds e, soprattutto, i (mai abbastanza lodati) Venus, considerando che gli arrangiamenti di tutto il disco rimandano palesemente al sound del quartetto belga - già dall'iniziale "I had removed everything" e in seguito su "Blindfold", "Friends faraway" e "December wind".

Rispetto al precedente "Fifth" la percezione è che in questi 10 brani il suono si sia fatto più spesso e, come immaginerete, molto più scuro. La radice folk - quella più distante possibile dall'accezione caciarona - é ancora il punto da cui ha origine il tutto, ma le qualità di Messere in fase di scrittura rendono "The darkest sea" un'opera appassionante che si fa strada nei meandri della mente senza preoccuparsi di sembrare inopportuna.

Spero basti, da parte mia, questa recensione come "mea culpa" per convincere voi lettori a non ripetere lo stesso errore. Ne guadagnerà il vostro gusto musicale.

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La recensione The Darkest Sea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-08-26 00:00:00

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