Sara Velardo Polvere e gas 2013 - Indie, Acustico, Pop rock

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Testi impegnati e volteggi tra rock e alt-folk: dritto al cuore della faccenda e degli ascoltatori

Cantare per trasmettere. Farsi carico di tante piccole zavorre altrui e trasformarle in lanterne cinesi, che salgono in alto, e destano l'attenzione di tutti. Questa l'essenza che sta alla base della musica di "Polvere e Gas", seconda pubblicazione discografica della cantautrice Sara Velardo.
In sei canzoni si ascoltano le parole di centinaia di persone comuni, vengono mostrati i cunicoli scuri dove la piccola magagna sociale o il semplice affanno quotidiano si nascondono non per vergogna, ma perché ignorati dal veloce susseguirsi degli eventi.
Con una chitarra e una bella voce si possono fotografare infinite vite, nei momenti di festa o in quelli più neri, cogliere gli attimi è essenziale per rendere la veridicità delle espressioni, le fotografie di gruppo poi, in quelle c'è da perdere lo sguardo immaginando i pensieri immobilizzati dietro quelle facce.
Così Sara dedica un ritratto agli italiani di tutti i giorni ("Polvere e Gas"), che da lavoro escono sfiniti, quando un lavoro ce l'hanno, sognano puttane e yacht e poi buttano i soldi al videopoker, non sia mai che una botta di culo arrivi inaspettata e cambi la vita. Un funk-folk scarno e incazzato perché i giovani se ne vanno dallo stagnante paese che li depotenzia e li censura, per non tornare più indietro.

C'è un desiderio di evasione incredibile da tutto questo, la compressione dei pensieri è tale che scrivere una canzone è l'unico modo per scacciare gli "Ospiti nella testa". Troppi perdigiorno in giro, hanno amici immaginari creati ad arte per darsi delle risposte, per occupare il tempo dicendo cose inutili, per sparare cazzate su ogni fottuta situazione, per accrescere l'ego e imporre la propria misera verità. Alla cantautrice calabrese non vanno giù questo tipo di persone, il suo è un grido di liberazione che accende i toni del disco, l'occhio di bue si punta successivamente sulla terra natìa della Velardo, la Calabria.
La 'ndrangheta è un veleno sordido che affusca la vista, l'ultimo pezzo dell'ep è un vero e proprio manifesto anti-mafioso: una filastrocca in dialetto che rende rimpicciolisce la criminalità organizzata, esalta chi decide di non pagare il pizzo e, a suo modo, rimette in luce tutto il sud d'Italia.

Morbide le sonorità di "Solo seta", anche una rocker sanguigna a volte si lascia andare ad intimità interiori guardando dalla finestra la sua città spegnersi di sera ed addormentarsi tra le braccia di qualcuno. Innamorarsi in fondo è bello, ci sono persone che si amano da subito, o magari qualcosa scatta dopo anni, forse nemmeno lo si sapeva ma già c'era un qualcosa dentro, e non è giusto reprimerla. Il brano "Il mio amore immenso" è il grido di liberazione di chi ama persone dello stesso sesso. Azzerare vergogna, insulti, dicerie e paure, ed essere semplicemente se stessi, rischiando sì, ma serenamente e a testa alta.

Una voce come quella di Sara Velardo deve spalancare più finestre possibili, fare entrare aria pulita e con le dita sulla chitarra cambiarne l'intensità dei profumi. Qui c'è un'abilità da cantautrice semplice che non usa tante perifrasi per centrare subito l'orecchio di chi ascolta perché sa di verità. Che di vite ce ne sono infinite e nessuna è un racconto trascurabile.

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La recensione Polvere e gas di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-13 00:00:00

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