Killers Lodge Unnecessary I 2013 - Metal, Hard Rock

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"Unnecessary I" è un cingolato che, nel suo incedere, travolge cinicamente tutto ciò che gli si pari davanti.

Il 7 Gennaio è una data importante per i genovesi Killers Lodge: il loro "Unnecessary I" vede la luce per la prima volta (e sono dolori per tutti). I componenti della giovane band vantano una militanza ventennale nelle schiere del metal ligure, un'esperienza che si può leggere nitida fra le righe della loro prima creazione. Abbiamo tra le mani un prodotto competitivo: un album registrato con il sudore della fronte, niente a che vedere con i recenti prodotti core registrati a tavolino. La batteria è pestata a dovere come insegnava il maestro John Bonham i trigger e il congelatore dei samples di ProTools sono roba da pivelli.

L'obiettivo è chiaro sin dal primo impatto: creare un qualcosa di ben vibrato e genuino, qualcosa che vada dritto al punto senza troppi fronzoli come suggerisce l'essenziale e spartano artwork che colora la copertina. Non a caso l'album ha prologo in una traccia che non ha niente in comune con i soliti intro triti e ritriti: "Cosmos" è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere con un riff che imbeve di metal le sue sostenute ritmiche rock a circa venti secondi dal play. Si intuisce che gruppi storici come i Motorhead siano il pane quotidiano per questi indelicati genovesi.

"Unnecessary I" è un cingolato che nel suo incedere travolge cinicamente tutto ciò che gli si pari davanti. Tuttavia è bene specificare che in questo debutto i lati negativi di tale metafora emergono talvolta di fianco a quelli positivi: se da una parte la potenza e la semplicità di questo prodotto trasudano metal da tutti i pori, dall'altra può capitare che il ritmo dell'album risulti a tratti macchinoso e rallentato. Il collaudato intreccio di batteria e basso consente alla chitarra di scorrazzare facilmente: le pelli vibrano potenti e sicure, una precisione che raggiunge la sua massima espressione negli incastri a metà pezzo, un basso molto distorto che sporca a dovere il pentagramma dialogando con gli assoli e le ritmiche grattugiate delle sei corde come due rocker davanti ad una bottiglia di Jagermeister.

Di tanto in tanto il fantasma di tracce storiche come "Ace of Spades" si fa strada fra le trame degli strumenti portanti per poi essere repentinamente spazzato via da interessanti spunti thrash: questo, signori, è metal allo stato liquido.

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La recensione Unnecessary I di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-15 00:00:00

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