Marcello Faranna "Abbaddarò" 2014 - Progressive

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Un rock progressive in salsa siciliana con spunti interessanti e qualche calco

"Abbaddarò" è viaggio dentro l’umanità, un album autoriale nelle cui dodici tracce Marcello Faranna, al suo disco d’esordio, affronta temi come la prostituzione, l’amore impossibile, le migrazioni: argomento, quest’ultimo, impossibile da trascurare per un siciliano.
E la Sicilia con tutte le sue contaminazioni musicali, marca con fierezza l’identità del disco che si apre con “Preludio” in cui, dopo un breve assolo di violino, scoppia un riff arabeggiante con una sezione d’archi ben innestata sul suono della chitarra elettrica e dell’hammond. Ma è nel successivo “Abbaddarò” che i ritmi mediterranei prendono una forma ancora più decisa, e creano un andamento vorticoso che rallenta con la successiva “Un po’ sarò là" dove una melodia addolcita dalle note del pianoforte e dall’ensemble di violini dà la sensazione di vedere due figure in penombra mentre ballano un lento.

L’album prosegue con un andatura a tratti sostenuta, a tratti più morbida che dipana un rock sinfonico con qualche piccolo accenno alla psichedelia. Nel disco si sentono influenze musicali, anche nell’impostazione della voce, che ricordano Enrico Ruggeri, Fabrizio De Andrè e i Matia Bazar nella formazione con Silvia Mezzanotte. Ed è proprio questo il punto di criticità del lavoro musicale di Faranna: nella seconda parte i brani sembrano ricalcare un po’ troppo lo stile di questi cantautori e perdono quel tocco di novità che faceva ben sperare all’inizio.
Ma la traccia di chiusura, “La porta del futuro”, lascia qualcosa di positivo e sfodera un prog energico con un riff che cattura l’attenzione e chiude il cerchio con le sonorità moresche, introdotte da “Preludio”.
Spunti interessanti, alla ricerca di un linguaggio più personale.

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La recensione "Abbaddarò" di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-14 00:00:00

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