luciano chessa Entomologia 2014 - Lo-Fi, Sperimentale, Psichedelia

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Cantautorato un po' troppo sperimentale. Al limite dell'ascoltabile.

Fermi tutti. Troppe cose tutte assieme, troppa roba incomprensibile e altra troppo semplice. Chi è Luciano Chessa? Un folle genio compositore eclettico o un giovane musicista acerbo scancanato con pessimi collaboratori? Ascoltando "Entomologia" i dubbi anziché dissiparsi s'infittiscono. Dentro questo album ci sono 20 canzoni di vario genere, tutte suonate bene, ma cantate e registrate francamente male. "Entomologia" non è il primo disco di Chessa, ed è per questo che la perplessità sale ascoltando brano dopo brano la poco curata qualità di registrazione, sembra un live in presa diretta (ed in molti pezzi lo è realmente) su una vecchia TDK, e nemmeno Chrome. Un vero peccato. Sì perché nella musica che il cantautore sardo riesce a estrarre dal suo cilindro ci sono momenti di spessore sia tecnico che strutturale, ci sono le idee, la bravura per metterle in pratica pure ma ad un vestito di stoffe pregiate se non ci fai le cuciture cade a pezzi. Perchè non registrare tutto in studio in buona qualità?
Punk, grunge, new-wave, alt-folk e chissà quante altre declinazioni si possono ritrovare in questa musica, troppe, ad ascolto concluso "Entomologia" non ha un'identità di stile, la voglia di mettere in mostra tutto il potenziale alla fine gioca contro. Poi c'è la difficoltà nel creare pathos con il cantato. Chessa cerca una cifra cantautorale punk, in "Orlon" come in "Flash" il richiamo a Giovanni Lindo Ferretti è netto, poi però una deriva in mille direzioni riesce a mandare all'aria tutto, la modulazione della voce è scarsa, l'intonazione vacilla e di nuovo la bassa fedeltà del suono penalizza l'espressività. Viene da chiedersi se veramente la definizione "lo-fi" sia adatta ad un prodotto del genere.
"O.G." è il pezzo più riuscito, la tromba con il suo giro predominante entra in testa fa dimenticare per un paio di minuti le carenze già citate in precedenza. Altra nota dolente arriva dai testi. Irritanti sono i frequentissimi giochi di assonanza tra le parole ("Pianetics"), le analisi di fisica come lette da un libro di scienza del liceo ("Il Cubo"), la sovrapposizione di termini inerenti a un lago con all'interno verdi gelatine di "Carpe" che è tutto un programma, l'incomprensibile (ma proprio perché non si comprendono le parole) testo del brano "Stelleradio" poi, è una mazzata che nessuno merita.
Presentarsi con un disco registrato in questa maniera non può che nuocere allo stesso Luciano Chessa, solitamente quando ci si mette all'ascolto di un disco composto da venti o più brani, a meno che non si tratti di un concept, viene da chiedersi: "ma perchè non ne ha fatti due da 10?", la produzione sarebbe più varia e s'allungherebbe la vita artistica, qui no, meglio che il disco sia uno e che magari il prossimo arrivi con una confezione più curata, le potenzialità ci sono, ma davvero, ad ascoltarle espresse così non viene voglia di approfondire oltre il primo ascolto.

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La recensione Entomologia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-01 00:00:00

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