Third Eyed Rewind 2014 - Glitch, Post-Rock, Ambient

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Post rock, elettronica e glitch per un esordio interessante, pur non entusiasmante

Il pregio principale del post rock è che vive di sentimenti estremi. C’è chi lo ama e chi lo odia. Punto. La potenza sonora di un crescendo però è qualcosa che, se realizzata bene, riesce a scardinare ogni deja vu. Perché se è vero che gli elementi sono più o meno sempre gli stessi, è altrettanto vero che dosarli bene vuol dire saper descrivere il bello in termini assoluti. “Rewind” di Third Eyed non arriva a certi livelli ma comunque sa il fatto suo.

C’è “Zong”, classico dei classici del post rock: dialoghi in sottofondo, strumenti che si accavallano uno dopo l’altro e un uso generoso di distorsioni. Per il piglio veloce della batteria e del basso pare di sentire i Mogwai più recenti. “Aloha” è una brutale via di mezzo tra 65daysofstatic e Aucan: dunque post rock, elettronica e tanta velocità. Il tutto va poi a impattare in una parte centrale torrida come un vulcano che dialoga direttamente con l’inferno. “Kewaunee” alterna il post rock - ancora - con i glitch che andavano di moda una decina di anni fa: il risultato è curioso e a tratti intrigante.

Third Eyed è alla prima opera e già mostra elementi interessanti, pur non entusiasmando. Manca il pezzo maestoso, quello che lo ascolti mezzo secondo e non te ne stacchi più. Ma le premesse per questo e altro sono già tutte qui.

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La recensione Rewind di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-30 00:00:00

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