La Quarta Via Il suono delle ombre 2003 - Rock, Progressive, Pop

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Potrebbe sembrare, così, di primo acchito, un cd difficile da buttar giù al primo boccone. Poi, una volta assimilato, “Il suono delle ombre”, secondo lavoro dei livornesi La Quarta Via, ha il merito di crescere, e la sua forte tensione emotiva prende il sopravvento, riuscendo a fugare gli ultimi dubbi. Ma, al di là di tutte le considerazioni che possono essere fatte in merito, è il caso di dire che questo non è esattamente quel che si può definire un disco ‘facile’. Forse perché la volontà di realizzare una sorta di concept-album, alla cui base - citiamo le note del booklet - c’è un “viaggio (…) (lungo) i luoghi attraversati dalle ombre del passato (…) che ci porterà dal buio più profondo alla luce più avvolgente”, non può, e non deve, lasciare spazio a frivolezze di alcun tipo.

Il gruppo ha scelto un percorso lungo il quale abbandonare qualsiasi leggerezza stilistica (testi compresi, quindi), per abbracciare un rock, con tentazioni hard, severo e senza troppi fronzoli, che può ricordare i vecchi Timoria. La stessa severità che si registra nella voce enfatica (a volte anche troppo) di Alessandro Ponzuoli, ulteriore strumento con il quale ribadire la personalità di una band che riesce a muoversi tra pezzi più o meno duri (come, ad esempio, “Esoterica”), ma senza estremismi di sorta e, comunque, ben assecondati dall’uso sapiente delle tastiere, e ballate di più ampio respiro (“Il suono delle ombre”, “M.L.B.”), all’interno delle quali Andrea Cattani, molto di più di un semplice ospite, gioca un ruolo fondamentale. È proprio il violinista ad offrire al quintetto toscano l’occasione per addolcire il suono e renderlo più solare, tanto che, in certe occasioni (“L’autunno di Ester”), sembra di essere alle prese con le prime cose di Jackson Brown. Pur trattandosi, come si accennava all’inizio, di un lavoro per nulla accomodante, è bene specificare che siamo lontani da qualsiasi tentazione pseudo-intellettualistica o di carattere avanguardistico, sia pur in presenza di liriche, nel complesso, spinose anzicheno.

“Il suono delle ombre” non sarà un disco imprescindibile, ma non possiamo non apprezzare La Quarta Via ed il loro coraggio nel porsi, cocciutamente, lontano mille miglia da qualsiasi tentazione mainstream.

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La recensione Il suono delle ombre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-05-22 00:00:00

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