Vostok Vostok 2014 - Rock

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Rock venato di stoner cantato in italiano, un debutto interessante

Il quartetto cecinese dei Vostok esce col primo album e mira subito al traguardo più alto. Musicalmente si collocano in quella terra di mezzo tra i Queens of the Stone Age più edulcorati e gli ultimi Fast Animals and Slow Kids, mediati da un bel po' di rock italiano alternativo. Più a loro agio nei pezzi tirati che in quelli lenti o comunque mid-tempo, hanno un bel tiro chitarristico alla Afterhours in brani come "Quello che sei", alla Ministri in "E.S.C." e "Eva" oppure nella foo fightersiana "Sui tuoi passi". Convincono meno quando vogliono mettere troppa carne al fuoco, tipo in "La sindrome di Danuz" con quel finale coi sample, sempre evitabile. "Baudelaire" è senz'altro il pezzo più compiuto,  frutto delle lezioni di Josh Homme.

La voce è pulita, fa il suo lavoro senza eccellere ma nemmeno avere cadute particolari. Un po' più d'impegno invece lo metterei nei testi. I paroloni da soli non convincono, parlare della società non paga più, meglio mettere a nudo le emozioni con il linguaggio che si parla nella vita di tutti i giorni che strafare, sa tanto di 90s, di quei testi alla Godano dei quali non ne possiamo più. Lo sanno tutti quanto il rock cantato in italiano abbia bisogno di nuove leve e i Vostok, aggiustando il tiro, trovando suoni più potenti e testi più onesti, potrebbero dire la loro. Un ultimo consiglio che mi sento di dare ai ragazzi al primo album: nello scegliere i pezzi, sempre meglio uno in meno che uno in più. Attendiamo fiduciosi.

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La recensione Vostok di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-12 00:00:00

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