Julie's Haircut Fever in the funk house 1999 - Lo-Fi, Rock, Psichedelia

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"Forse si può rimproverare ai Julie's Haircut che i continui ascolti delle loro band preferite possano essere pagate un giorno a caro prezzo; tuttavia, che ci si trovi o meno in periodo di saldi, concediamo con piacere le nostre orecchie alla musica frizzante di questa stuzzicante formazione." Finiva con queste parola la recensione del sottoscritto relativamente al demo "Sexpower", lavoro risalente al 1996 e che aveva destato non poca curiosità.

Finalmente il quartetto di Sassuolo giunge al suo primo album e conferma le qualità già emerse nel demo precedente: il sound è diventato più corposo e nell'insieme si nota una forte 'personalizzazione' della proposta musicale. Ciò rende "Fever in the funk house" una delle migliori produzioni italiane degli ultimi anni; il trittico iniziale Black t-shirt, Nuclear core blues e Too much love (con i cori dei Cut, amici di etichetta e non solo) è adrenalina pura, rock 'n' roll sonico che va dai Rolling Stones ai Ramones, passando per i New Bomb Turks e gli Hellacopters, senza dimenticare la lezione di tantissime altre band di matrice anglo-americana.

Sostanzialmente questo disco ha dentro molta sostanza e pochi fronzoli; un pezzo come Chip & fish brain, con il suo andamento da ballata, è semplicemente geniale perché rende grazia alle doti dei Julie's (non sono una band di semplice punk 'n' roll!); questo disco sostanzialmente alterna scariche elettriche (High school confidential) a brani più ragionati (My house is on fire, Love is made for two, Strange strange girl), mettendo da parte (nel sound) i richiami a certa scuola americana, senza però variare quell'approccio che li caratterizza fin dagli esordi. La scelta di reinterpretare quasi fedelmente Safe as, canzone contenuta in "Sexpower", è un bel regalo per cogliere i tratti caratteristici del passato.

In definitiva i quattro ragazzi della provincia di Modena sono ormai in grado di camminare con i propri piedi e la conferma viene da questi tredici pezzi, tutti molto semplici nelle soluzioni musicali ma altrettanto frizzanti e stuzzicanti (il singolo Everyone needs someone to fuck incuriosisce già dal titolo) al momento dell'ascolto. Perciò se siete dei rockers, ma anche se non lo siete, "Fever in the funk house" è opera fondamentale da apprezzare e custodire gelosamente per tutti gli anni a venire.

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La recensione Fever in the funk house di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-09-20 00:00:00

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