Finistère ALLE PORTE DELLA CITTÁ 2014 - Rock, Pop, Indie

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Il terreno del pop in italiano è uno dei più scivolosi; nonostante questo i Finistère portano a casa un buon debutto, che lascia bel sperare per il futuro.

Il terreno del pop in italiano è uno dei più scivolosi: si può sbagliare in mille modi diversi, basta davvero poco e non ci sarà nulla a camuffare i difetti alle orecchie dell'ascoltatore. Il lato positivo però è che è il genere forse più diretto, verace ed emozionale che arriva al maggior numero di persone, quel tipo di musica che può ascoltare sia tua madre che il tuo migliore amico, e apprezzarla sinceramente.  
I Finistère debuttano in questo campo minato senza nemmeno un ep di presentazione (come si faceva una volta, del resto), e presentano il loro primo lavoro "Alle porte della città" per la neonata Costello's Records. Sin dal titolo si capisce che lo sfondo delle canzoni è ancora una volta quello della provincia italiana, che poi alla fine è l'essenza stessa del nostro paese: si parla di incomprensioni, di amicizia, amore e di tutto quello che compone la nostra vita di tutti i giorni, ma con un tono dopotutto arrabbiato e disilluso. Due voci maschili e accorate si intrecciano nel raccontare di queste piccole avventure, aiutate da un pop-rock molto scarno e minimale, dalle lontane influenze britanniche ma con un'inconfondibile impronta italiana (un filo che è stato seguito recentemente da band come Abiku e Marcello e il Mio Amico Tommaso, giusto per fare due esempi).
Come si diceva all'inizio, proprio l'estrema semplicità della formula fa sì che la buona riuscita sia molto complessa: "Alle porte della città" è un bel disco sincero che tiene calore e compagnia, e contiene alcuni pezzi ("Lo so che mi odi", "Oh oh", "Stella" - tra gli altri) che divertono e lasciano intravedere un certo talento melodico che farà drizzare le antenne agli amanti del genere. Purtroppo però l'ispirazione non rimane tesa fino all'ultima traccia, e la seconda metà del disco risulta molto meno ispirata della prima, con alcuni episodi che rischiano di suonare monocordi. 
Per chi non lo sapesse, il Finistère è l’area più estrema della Bretagna, quella che dalle scogliere ventose si butta a capofitto nell’oceano: ora che la band è arrivata fin qui, speriamo ci stupisca presto con un bel salto nel blu, di quelli spettacolari.

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La recensione ALLE PORTE DELLA CITTÁ di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-20 00:00:00

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