Lino Cannavacciuolo Segesta 2002 - Strumentale, Sperimentale, Etnico

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Un bel disco di world music realizzato con professionalità, maturità e non senza ispirazione. Se infatti non mancano tra le 11 tracce alcuni episodi più consueti e quasi ‘accademici’, è anche vero che in “Segesta”, secondo disco di Lino Cannavacciuolo, sono presenti svariati brani riusciti.

L’autore, ‘militante’ di lunga data del cosiddetto ‘Napoli power’, è strumentista apprezzato e ormai affermato, che ha prestato la sua opera di violinista e violista per alcuni dei più noti e mainstream artisti italiani. Basta scorrere i nomi di coloro che hanno preso parte alla realizzazione di “Segesta”, poi, per incontrare personaggi di indubbio spessore musicale e artistico.

Sulla base di un impianto generale jazz-etnico strumentale (“Las ramblas”), non mancano innesti che spostano il baricentro musicale dell’opera dalla Napoli di “Abballabbà” verso l’occidente mediterraneo o addirittura portoghese della suggestiva “Sa lughe”, forse uno dei brani migliori del disco, connotata da un cantato tanto malinconico quanto efficace.

Un disco che certamente non incontrerà i favori di chi, oltranzisticamente, ascolta ska-punk, ma che, per appassionati del genere world, o semplicemente per chi desidera allargare i propri orizzonti, può rappresentare un valido ascolto.

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La recensione Segesta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-08-22 00:00:00

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