Bea Zanin Bea Zanin EP 2014 - Pop, Elettronica, Alternativo

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Bea Zanin e gli anni ’80. Un legame indissolubile.

Li abbiamo sbertucciati a dovere gli anni ’80. Come fosse solo ed esclusivamente questione di giacche con la spalline, di socialisti cleptomani o di Milano da bere. Anni vuoti, edonisti, sintetici come i capelli di Mike Bongiorno. Già, quante ne abbiamo dette. E la musica poi: trash la parola chiave, Duran Duran vs. Spandau Ballet il peggiore degli incubi. Per poi svegliarsi ed accorgersi che lì in mezzo c’era dell’altro. Come la riscoperta dell’elettronica e lo sdoganamento del sintetizzatore. Troppo poco? Forse, ma non per Bea Zanin. Lei quel decennio non l’ha vissuto per mere ragioni anagrafiche ma ne ha fatto ragione di vita. Che messa così sarà anche esagerato, ma è indubbio che queste quattro canzoni spalanchino le porte al synth-pop, alle mini sinfonie elettroniche, ai suoni artificiali, agli Yazoo meno aggressivi. Pieni anni ’80. Alé. 

Zanin scrive, canta, arrangia, ci mette del suo (leggasi l’uso del violoncello). E firma un ep gradevole e immediato, costellato di richiami alla musica classica e di tracce di derivazione orientale. Tra il serio e lo scanzonato, la musicista piemontese ci spiega la Torino alternativa, parla della gioventù da (non) buttare via, dei rapporti tra giovani uomini e giovani donne e persino di filosofia. E alla fine ci convince. In pieno. 

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La recensione Bea Zanin EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-05 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • fabiopirovanoaries 9 anni fa Rispondi

    Interessante abbastanza originale a me a riportato ai Delta V.. forse anche ai Madreblu.. con un pizzico di Eiffel 65... Brava Bea