Hombre Lobo Hombrelobo (EP) 2015 - Rock, Pop, Pop rock

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una miscela di power rock vecchia scuola e moderne influenze elettroniche, assemblate in un blocco unico e apparentemente dissonante

Un essere mitologico come l’uomo lupo, traduzione dallo spagnolo del nome di questo quartetto aretino, potrebbe portare a ragionare in termini di stereotipi: quanti zombie, vampiri alla Robert Pattinson e affini, hanno infatti passato le notti ad osservare la luna piena, in attesa dell’amata o di un epico scontro mortale?

In questo caso la licantropia è invece la metafora perfetta di un conflitto tra ragione e sentimento. Uno scontro che vede da un lato la parte razionale di un uomo “Fermo immobile, da troppo tempo ormai” (“Chiodo”), che guarda la propria vita attraverso la finestra al ritmo di accordi semplici e puliti; ma all’apparire della luna piena, ecco che tira fuori enormi artigli e, con la bava alla bocca, si trasforma in quella parte animale che scandisce riff pesantissimi, urlando frasi bestiali come “Non smetterò di innamorarmi ancora, perché anche se sei una troia non tutte sono come te” (“Strade”, forse il pezzo migliore dell’intero ep).

Questa separazione tra atmosfere intime, sognanti, e linee crude, che forse richiamano un po’ troppo le band metal anni ottanta, è la cifra stilistica di tutto l’album: una miscela di power rock vecchia scuola e moderne influenze elettroniche, assemblate in un blocco unico e apparentemente dissonante. Ma del resto qual è quella persona che non ha conflitti irrisolti al suo interno?
Lasciamo allora che gli Hombre Lobo sfoghino i propri istinti primordiali, in attesa di un altro plenilunio che porti consiglio.

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La recensione Hombrelobo (EP) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-02 00:00:00

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