Arid Garden Arid Garden 2014 - Sperimentale, Psichedelia, Progressive

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Progressive jazz, crossover e tanti tecnicismi schematizzati in un unico pattern

Non sono mai stato un grande appassionato del genere progressive ma ho sempre riconosciuto la bravura dei musicisti che si cimentano in queste sonorità caratterizzate un'alternanza di ritmiche con tempi dispari e di difficile esecuzione.

La mia stima va anche agli Arid Garden, gruppo cosentino, che ha recentemente rilasciato un disco omonimo, "Arid Garden" per l'appunto: 5 tracce che trasudano tecnicismi e orpelli musicali unitamente ad una grande ricerca compositiva.
Il disco è una delicata combinazione di parti strumentali e cantato spesso caratterizzato da un sfumatura drammatica in stile gotico. Il tutto è accentuato dal sussegguirsi di dinamiche con tonalità diverse all'interno delle singole tracce che contribuiscono ad aumentare il clima di tensione che pervade l'intero album.
Le canzoni sembrano singoli ep, ogni brano dura in media 8 minuti, e, per i non amanti del genere, risulta abbastanza difficile completare l'ascolto delle tracce senza controllare i minuti rimananeti dalla schermata del player nei momenti di tregua dei brani. Purtroppo dopo l'ascolto delle prime due canzoni, "The Day Breakdawn" ed "Escape", caratterizzate da una melodia molto elaborata e dalla voce potente e malinconica della cantante Anaïs Del Sordo, ci accorgiamo che nonostante il suono sembri fresco e creativo, senza possibilità di rimandi, il pattern di fondo dei brani svela una repetitività alienante.

L'alternanza schematica tra parte strumentale, cantato e climax ascendenti e discendenti stride con la capacità tecnica dei componenti della band: il basso di Giovanni De Luca e la batteria di Vincenzo Messina sono perfettamente integrati tra loro e denotando un grande affiatamento, così come per gli assoli di chitarra di Davide Cotroneo che compaiono in tutti i brani dell'album ravvivando l'attenzione dell'ascoltatore.

Ancora una volta ci troviamo di fronte a un gruppo con molte idee, grandi capacità tecniche ma privo di una precisa identità. I presupposti ci sono tutti ma occorrerà necessariamente lavorare molto per sganciarsi da influenze esterne e migliorare la qualità dei testi e della pronuncia che spesso risultano un po' acerbi.

 

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La recensione Arid Garden di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-19 23:59:00

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