Marco Lamioni Slow 2003 - Lounge, Easy-listening

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Soffocato da cataste di dischi da recensire (ma perché quando il tempo scarseggia arrivano milioni di cd e quando di tempo ce n’è a bizzeffe nulla?), la nuova produzione del fiorentino Marco Lamioni ha patito un ingiusto purgatorio d’attesa. Si tratta di un bel disco, in bilico tra lounge, downtempo, fusion elegante che regala più di qualche soddisfazione all’ascolto, anche se non sempre mantiene le sue promesse, tanto più allettanti vista la partecipazione massiccia di Mondo Candido e Hector Zazou al progetto.

Il dischetto parte bene, con brani come “Pornoplatonic” (titolo geniale) che pare quasi un Clifford Gilberto lento, prosegue con la lounge spaziale alla Valvola (tanto per rimanere a Firenze) di “On the run”, le eleganze di “Gocce” con un arpeggio di chitarra quasi onomatopeico nel suo tentativo di riprodurre il cader della pioggia, la stilizzazione di “Mystic bossa” e “Conversation”, ideali colonne sonore di un porno soft francese fine anni 60, con la seconda impreziosita da una chitarra hawaiana che ai nostalgici ricorderà un po’ Santo & Johnny e un po’ Chris Isaak. Ma da qui comincia la deriva: “Slow” suona un po’ troppo Gabin, e non quelli geniali del singolone “Doo uap, doo uap, doo uap (it don't mean a thing)”, ma quelli troppo kitsch di “Un histoire d’amour”. Salvata la parziale impennata di “Marcello, where are you?”, una lounge fusion che all’inizio esibisce un attimo di chitarra sorprendentemente quasi garage, il resto del disco scorre sui binari eleganti ma anonimi del pianobar. Peccato, perché le pecche risultano più evidenti col ripetersi degli ascolti.

Rimane comunque la prima parte del disco, davvero piacevole senza risultare stucchevole. Avrebbe giovato una maggior concisione?

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La recensione Slow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-11-22 00:00:00

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