Simone Cicconi Troppe note (Ma in compenso anche troppe parole) 2015 - Rock, Electro

Troppe note (Ma in compenso anche troppe parole) precedente precedente

Un disco strepitoso, straripante, sovrabbondante, capace di riflettere, come uno specchio, tutta la dirompente creatività ed istrionica originalità di un artista vero.

L’istrionico autore di questo disco non poteva scegliere titolo migliore per descrivere, in modo paradossalmente sintetico, l’essenza di un lavoro che fa dell’abbondanza una prerogativa assoluta. Ed è un’abbondanza che non investe solo l’aspetto strettamente compositivo ed esecutivo, ma coinvolge tutti gli aspetti di questa produzione in modo viscerale, traducendosi, quasi per tutto il tempo, in fertile ricchezza e non vacua e prolissa pomposità.

“Troppe note…” è un caleidoscopio d’idee, suoni, sensazioni, ritmi, concetti, atmosfere, melodie e creatività in costante pulsazione. Le derivazioni musicali che affiorano in superficie offrono solo uno spunto di riflessione sulla versatilità di quest’artista, ma non scalfiscono in alcun modo la sua dirompente originalità. Ritmi sincopati e suoni distorti sostengono le nevrotiche linee melodiche della voce, capace di mettere in fila tante (troppe) parole con metriche multiformi e variegate. I testi descrivono la realtà che circonda l’artista o ne raccontano il vissuto quotidiano con graffiante ironia, disarmante schiettezza, divertita crudeltà e talvolta con sarcastica fantasia. E' un tripudio di colori, un'auto in corsa, un party alcolico, un rave anfetaminico, una seduta psicanalitica, una scabrosa confessione, l'eccitazione di un incontro occasionale.

Simone Cicconi è un artista vero, capace di osare, caparbio nell’affermare una propria indiscutibile cifra stilistica ed abile nel mettere in note - tante note - cotanta creatività. Riuscire a mettere su carta le sensazioni che l’ascolto di questo disco produce nella mente, inconsapevolmente, come in un vortice, ti costringe a cercare ed infine a vomitare un fiume in piena di parole. Già, troppe parole.

Giunti quasi all’epilogo di questo frenetico ascolto, improvviso ti coglie il sospetto che il virus dell’abbondanza ti abbia già contagiato ed infettato. Questo rincorrersi senza sosta di parole, suoni elettronici, granitici riff di chitarra elettrica ed epilettici colpi di batteria finisce per stordire, saturare e quasi nauseare. Come quando si è mangiato un gustosissimo pasto fino a scoppiare. Ed è a quel punto che Simone rimette in ordine le cose, congedandosi con dolcezza, intonando soffici melodie che sembrano uscire direttamente dal cuore, ricordando a se stesso, proprio nel momento in cui  decide di abbassare il tiro, che “dovrebbe essere più forte”.

L’ultima traccia, forse l’episodio più “normale” del disco, non regala nuove sorprese, ma in qualche modo rimuove la nausea di qualche minuto prima, stimolando infine l’appetito di un nuovo ascolto.

Domani però. Per oggi può bastare.

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La recensione Troppe note (Ma in compenso anche troppe parole) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-23 00:00:00

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