fab (e i fiori) nonmiscordardite 2015 - Rock, Pop, Alternativo

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I sentimenti e i volti di donna raccontati con canzoni pop-folk cantate sottovoce e a squarciagola

Libero, sacralmente sincero e poderosamente freak, il primo disco di Fab (e i fiori) s'intitola "Nonmiscordardite", e si propone come concept album sull'amore, le donne e le relazioni rattoppate di giovani adulterati. Le tematiche che percorrono la scaletta di tredici canzoni sono in effetti quelle, ma più che un concept album sembra essere un audiomontaggio di immagini amatoriali, il cui denominatore comune è il sentimento. E ce n'è tanto.

Arrangiamenti semplici di registrazioni in presa diretta, pochi strumenti: un violoncello, un pianoforte, una chitarra elettrica ed una chitarra acustica che stende per quante capirole fa e quanto sostiene ritmicamente, a pensarci è molto poco per rendere il sentimento tangibile, ma l'impresa riesce.

Inizi a chiudere gli occhi al primo brano e ti compaiono in testa Bianca, Margherita, Nora, Barbara e te le immagini bellissime e con i volti espressivi, con sorrisi meravigliosi, con caratteri passionali e lunatici, che fanno ammattire i pretendenti anche solo per gioco, perchè se lo possono permettere. Mostrare il culo a chi vuole giudicare, essere coscienti che quello che si vive è l'amore più stupido e più triste che c'è e con mezzo sorriso apprezzarlo tantissimo.
Le prme sei canzoni suonate in maggiore, ritmicamente veloci (a tratti ricordano i Marta Sui Tubi), i sentimenti felici e il susseguirsi di diapositive retrò colorate, fanno storia a sé, omogenee da sembrare un unica composizione, contrastano con la seconda metà dell'album in cui la percezione di atmosfere più riflessive e cariche rende ricco di sfumature il quadro nella sua interezza.

Fabrizio (il Fab al centro del progetto), canta spesso a squarciagola, e ci tiene a farlo diventare un tratto connotante della sua musica, un misto di Rino Gaetano, Brunori e Cesare Cremonini, intenso ma anche calibrato quando serve; in tutte le canzoni la parte vocale risulta fondamentale, le pagine di diario raccontate così acquistano solidità e poesia quasi come nei racconti di Stefano Benni.

Tra bossa nova velocizzate, ballate struggenti e progressioni gipsy, "Nonmiscordardite" viaggia rapido e sostanzioso, tutto il suonato e il cantato non sono mai abbastanza, e una postilla tra parentesi è obbligatoria in ogni titolo per fare da chiosa, o per mostrare i risvolti nascosti ma importanti. Così, come canta Fab in "Bambola (crepacuore)", è bello ammettere di provare qualcosa, anche se dovessimo morire di crepacuore, che l'amore ci addormenti senza appassire e non ci sottenda mai.

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La recensione nonmiscordardite di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-21 00:00:00

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