Fantasia Pura Italiana Buon Appetito 2015 - Cantautoriale, Sperimentale, Latina

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Infinite sfaccettature musicali in un disco tecnico ed ironico come pochi.

A tutti capita di passare minuti, ore, pomeriggi o giornate intere a sparare cazzate con gli amici, magari ci sono quelli più adatti che hanno il settaggio mentale perfetto per elaborare stupidaggini da veri professionisti, cavolate talmente surreali e dettagliate che le si potrebbe scrivere su un libro comico o metterle in musica per riascoltarle a distanza di mesi e ribaltarsi dal ridere. Perché anche la trovata più scema, per renderla bene ci vuole la tecnica e la freschezza mentale: non è uno scherzo scherzare.

I Fantasia Pura Italiana sono degli autentici maestri della cazzata fatta bene, hanno composto dieci perle di musica progressive-latina-demenziale e le hanno registrate in "Buon appetito", il loro terzo album, un piccolo gioiello di creatività e tecnica, sia dal punto di vista musicale che da quello testuale.

I sei musicisti toscani sembrano essere un pozzo di inesauribile ironia e sanno mettere sul fuoco tutta la carne in loro possesso, cucinano menù completi di primo, secondo, contorno e dessert utilizzando manualità da chef stellati e unendo materie prime e accostamenti di rara qalità.
Saltare a gambe aperte stile Super Mario tra gli argomenti più disparati, riuscire ad essere credibili in ogni declinazione di suono e pernacchia, alternare il rock, il reggae, lo ska, il folk e la latina, quatto o cinque volte in uno stesso brano, sbeffeggiando il Vaticano, criticando i bamboccioni italici o esaltando le milf. Ironia e delirio dunque, ma mai a caso, ogni minimo dettaglio è curato maniacalmente: le voci incrociate che pronunciano all'unisono o meno versi in rima, doppi sensi lessicali o misurati versacci toscanacci, i cambi di ritmo per nulla agevoli calcolati al millimetro sono gioco per pochi, eppure i Fantasia Pura Italiana li eseguono come fossero proprio un gioco, tutto sembra naturale e semplicissimo ma non lo è, qui c'è maestria, nulla da eccepire.

Brani come "S.B.A.M." o "La Gitana" sono una goduria per le orecchie, tutto si incastra privo di spigolature, i suoni rotondi e gli arrangiamenti equlibrati mettono l'ascoltatore nelle condizioni perfette per godersi totalmente il mood eclettico della struttura canzone e divertirsi con le parole dei testi, sempre sopra le righe.

"Ovetto grinder" parte dalla melodia popolare, con la poesia del testo:"Le ragazze benestanti vanno dagli psichiatri, le ragazze nigeriane con gli avvocati", attraversa un momento progressive con tastiere fluide e velocissimi ma brevi assoli di chitarra e si placa in una zona ambient dove echi ed ululati prtano al finale sfumato. Un tipico esempio di composizione "alla Fantasia Pura Italiana", oramai una definiziaione a sè stante data l'originalità.

Augurando "Buon appetito", la band di Prato invita all'assaggio di un album spassosissimo, la stessa attitudine degli argentini Bersuit Vergarabat o di Elio e le storie tese, nell'unire grandi doti tecniche nel suono e metodica idiozia (nel senso più nobile del termine) nei testi e nei live. Il primo boccone ti stranisce e ti fa strabuzzare gli occhi, il secondo ti invoglia al terzo, dal quarto in poi decidi che la pietanza è troppo buona per mangiarla e basta, e inizi a inalarla, spalmartela addosso, sedertici sopra, strusciartela sulle ascelle, fino a che infilandola nelle orecchie capisci che è buonissima e non potrai più farne a meno.

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La recensione Buon Appetito di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-20 00:00:00

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