Split cocomeri split 2003 - Cantautoriale, Lo-Fi, Indie

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Io non vorrei lasciarmi in metafore scontate, ma non è colpa mia se nel giardino di Aiuola sono sbocciati due nuovi piccoli fiori, nati da semi diversi (questo sì) ma accomunati da una stessa sacrosanta passione per le bolle di sapone. E non ci sono colpe o bla bla bla se quelli che indubbiamente sono stati amici, amanti, colleghi e spettatori di Rockit, ora suonano qui, in questo giardino, sotto questa etichetta, in questo split. C’è piuttosto, come per le bolle di sapone, una sacrosanta voglia di musica: sotto il sole, sopra il sole, dentro il pop, in italiano.

La formula è semplicissima: uno split condiviso da due band, che suonano due propri pezzi a testa e reciprocamente eseguono un brano dell’altro. Così i Carpacho e Artemoltobuffa si tuffano nella discografia ufficiale indipendente italiana, magico e doloroso mondo.

I primi in ordine di apparizione sono i Carpacho, rumorosa comitiva indie-pop romana. E, ti dirò, si parte col botto. I Carpacho compongono decomponendo, prima trovando le note, poi mettendole in fila. Ma non pensare che in questi brani manchi il senso: essere naif non significa essere stupidi, prenderla sul ridere significa prenderla con filosofia, e prenderla con filosofia certe volte significa prendere la filosofia e buttarla via. Qui ci sono (due) canzoni semplici, orecchiabili, (fottutamente) da cantare, con ritornelli manifesto come “il tuo unico dramma esistenziale è che sei banale”. Canzoni dementi, divertenti. Canzoni frizzanti. E non pensare che usi queste parole solo perché “Tappo di Champagne” è il titolo del primo pezzo in lista.

Poi, beh, c’è Artemoltobuffa, in un toccante stato di grazia. Io lo avevo conosciuto grazie alla struggente bellezza di “Lacrime a biro” (qui riletta in una stranita chiave electro-pop dai Carpacho, a cui comunque preferisco l’originale), ed ora, sottovoce, mi tocca le corde del cuore. Cantautore sbilenco, stonato e poetico, Alberto Muffato in due canzoni riesce ad esprimere una vivida dolcezza obliqua, sporca e brillante di reminescenze lo-fi. Prova ad ascoltare quel piccolo gioiellino chiamato “Pomeriggio d’asma” per capire quanto ciò queste canzoni non siano lontane dalle galassie dell’emozione.

Galassie dell’emozione, ti dicevo, che insieme a fantastici mondi di bolle di sapone, giardini colorati e malinconici sorrisi vanno a comporre il mosaico di questo split che, pur non essendo per qualità, importanza e densità un capolavoro, sicuramente risulta una delle più belle fotografie estive di questo inverno che sta entrando in circolo fuori e dentro di noi.

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La recensione cocomeri split di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-12-14 00:00:00

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