Pop-rock con incursioni wave che racconta la vita e le sue immancabili tribolazioni
Con "Pareti nude", gli Open Zoe confezionano un concept album sui paradossi e sulla fallacità della vita, dove le pareti a cui si riferiscono sono sia materiche che mentali. L'impianto delle canzoni è tendenzialmente pop, soprattutto per la voce chiara e aperta di Dionisia Lo Cascio, ma i testi celano una visione brutalmente realistica, se non cinica, dell'esistenza odierna e si tingono di influenze dark e wave con saltuarie incursioni elettroniche.
Le diverse contaminazioni con i generi post punk non sono mai completamente abbracciate e la voglia di mantenere il disco pulito soffoca sul nascere qualsiasi tipo di slancio estremizzante. Se da un lato questa cautela permette agli Open Zoe di confezionare un prodotto omogeneo e orecchiabile, dall'altro manca a tratti di mordente e preferisce avvincere lentamente piuttosto che sorprendere. La qualità nella realizzazione di "Pareti nude" è innegabile e nel complesso il lavoro si ascolta con scorrevolezza, soffermandosi soprattutto sui contenuti, mai sovrastati o annichiliti dal tessuto musicale, che sembra quindi piegarsi con reverenza alla superiorità della parola e alla necessità primaria di veicolare un messaggio.
Le melodie hanno comunque la capacità di esaltare le parole della band vicentina, mettendole in risalto con grazia e venandole di scuro, grazie al fondamentale suono pieno del basso e alle soluzioni delle chitarre. Uno dei pezzi che meglio sintetizzano suono pop e pesantezza wave è "Ottobre", mentre il momento di maggiore astrazione si trova forse in "Universale", ovvero uno dei pezzi più interessanti del disco proprio per le sue atmosfere suggestive e slegate dal giogo della parola. La cura nel suono e l'impegno nella realizzazione di un percorso testuale fanno comunque di "Pareti nude" un disco scorrevole e ricco di spunti.
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La recensione Pareti Nude di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-26 00:00:00
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