Moulin Rouge Ottocentesimi 2004 - Cantautoriale, Rock

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Osservo il cd che immediatamente mi abbaglia coi suoi colori forti e mi incuriosisce con la sua grafica. Non riesco a capire cosa mi devo aspettare dal suo contenuto… lo inserisco nello stereo e mi metto in attento ascolto. Indubbiamente la singolarità dell’appeal corrisponde ad una proposta musicale diversa da quella del mercato imperante. Che bello! Una cosa diversa!

Indago di più: chitarra, basso, percussioni, voce e… pianoforte! Accordi che derivano dal blues e dallo swing accompagnati da una voce in stile Vinicio Capossela che “stonatamente” e rocamente racconta storie, situazioni e pensieri.

“Ottocentesimi”, dunque, curioso nome per un album. “Piccola Lady” è il brano di apertura, ma anche il singolo scelto per far conoscere i Moulin Rouge a coloro che ascoltano le radio umbre. E’ allegro; il piano scandisce ritmicamente una storia raccontata in termini originali: il protagonista si chiede a cosa pensi una ragazza seduta al bar che attrae l’attenzione ed i desideri degli uomini presenti. Lui per primo si avventura e viene scelto con l’inevitabile conseguenza del moltiplicarsi delle sue riflessioni tra l’ironico ed il poetico.

Un brano solo piano, dove si possono sentire chiare influenze provenienti dalla musica classica, introduce ad un terzo: “Desideri”, blues che canta di un rapporto amoroso. Qui il ritornello blocca le strofe ed esplode sottolineato da un eccesso di chitarra elettrica; le sue rime ridondanti ricordano un po’ i tempi del barocco.

“Trinità”, il quarto pezzo, fa perdonare i “desideri” dei cinque ragazzi perugini. L’originalità del soggetto e lo swing incalzante recuperano subito l’attenzione di coloro che si erano distratti. L’uomo del lontano west è alle prese con la leggenda di una donna che pratica l’antico mestiere e si trova a dover/voler appurare la veridicità della storia.

“Senza parole” è un altro pezzo con accordi blues ma con una ripresa un po’ meno scontata ed una chitarra elettrica più opportuna rispetto a quella del terzo brano.

Segue “Lo sciamano”, una ballata in cui la chitarra acustica e la voce descrivono le speranze ed i timori di una fuga dal proprio mondo. “Così”, “Dire ti amo” e “Assente totale” continuano l’altalena tra brani allegri e quelli più tristi caratterizzati da una accompagnamento più sobrio (ritornello escluso) ed una voce in primo piano che a tratti è veramente straziante.

“Notte d’amore” è il primo brano dell’album che ha melodie melanconiche ma un testo che non ha nulla del disperato: un uomo è alle prese coi timori ed i languori della carne, si chiede se anche la sua donna lo desideri davvero e cerca di suscitare in lei voglie ed appetiti. La descrizione dei particolari conferisce al narrato fascino ed una leggerezza che talvolta sfiora la vena comica. “L’anello” chiude la sequenza degli undici brani svelando l’intento di poetica della band.

I Moulin Rouge si sono formati nell’estate del 2002 e dopo pochi mesi hanno registrato questo “Ottocentesimi”. Il risultato è un’opera cantautorale senz’altro gradevole che sa regalare momenti geniali per quanto riguarda i testi, seppur con qualche perdonabile caduta.

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La recensione Ottocentesimi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-03-16 00:00:00

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