Icio Caravita E' così che va 2015 - Cantautoriale, Folk

E' così che va precedente precedente

Album delicato, dal gusto discreto e qualche bella melodia.

Mettendo insieme una ben nutrita schiera di arnesi vecchi e già usati, un menestrello imbraccia una chitarra, impugna un’armonica a bocca e inizia a cantare, dichiarando che l’unica vera passione della sua vita è il folk d’autore. Zero effetti speciali, musica nuda costruita su armonie acustiche e rime baciate, questo disco mostra un senso melodico che tratteggia lievi arpeggi a sei corde e voce carezzevole. L’epica a cui si attinge e dalla quale risulta impossibile prendere le distanze è quella storica di De Gregori ai tempi di "Rimmel". Così all’ascolto diventa un lavoro apparentemente privo di personalità, eppure tenero ed appassionatissimo dentro canzoni dal portamento classico e contemplativo.
Il "Menestrello", con la sua armonica a bocca, è un antieroe perso per le vie della città che canta l‘amore a forza di rime, il tempo che verrà, la gente persa dentro strade caotiche e rumorose, grigie ed inquinate. Eppure lui canta lo stesso, ridendo in faccia alla realtà come in un gioco. Cammina sugli anni che passano in mezzo ad imprevisti e fortune, occasioni, scelte sbagliate, dando alla vita del tu. E in mezzo ad un inutile traffico che tutto inghiotte, se quello che conta è il viaggio e non la destinazione, persone amiche si riconoscono in ogni dove. C’è del buono intorno ai propri passi: bisogna solo uscire a vedere com’è. Soprattutto occorre cantare una canzone delle donne conosciute e perdute, anche solo per un attimo, parlando con loro di felicità. A questo punto, meravigliosamente si procede a passi leggeri, in punta di piedi, sopra tante parole. Tutto il resto è ieri, tutto il bello ha un nome. Senza fretta, ogni cosa appare dolce come non mai. E in una notte di sogni felici, la bellezza è la musica di Lennon, Strummer, De Andrè a testimoniare che è meglio stare svegli a fumare le stelle, a prendere soffi di vento, a restare in pace davanti ad un fuoco ardente di vita. Ma la condizione esistenziale, tuttavia, riversa in uno stato nervoso precario che rende consapevoli di un’unica felicità: quella tenera ed innocente dell’infanzia, nella consapevolezza che la vita non è un rito scaramantico ma una continua dimostrazione di essere gli unici artefici del nostro destino, mai soli, mai abbandonati dagli altri ("Io, siamo tanti").
Senza prendersi troppi rischi, cautamente, lungo strade già battute, chitarre e parole stagionate giungono a narrare favole piacevolmente tenere dalle atmosfere calde ma non del tutto coinvolgenti. Niente da dichiarare dunque, se non un gusto discreto dentro qualche bella melodia in storia di vita.

 

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La recensione E' così che va di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-04 00:00:00

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