Beard! Beard! Sheep 2015 - Lo-Fi, Trip-Hop, Garage

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Storie acide e sbagliate che provengono da un improbabile futuro prossimo lo-fi

Qualche sera fa in televisione Beppe "Il Bianco" Servegnini, parlando dell'Auditel, ha associato questo strumento di rilevazione ad una sorta di religione, verso la quale "si può credere o non credere, ma se si crede la si deve professare senza se e senza ma". Ecco, come al solito, il giornalista milanese si sbagliava: una religione autentica, per professarsi tale e durare nel tempo, deve continuamente mettersi in discussione. E per comprenderlo occorre ascoltare il secondo album di Beard! Beard!, "Sheep". Già perché seppur Andrea Da Dalto, già batterista degli Ugly Bear e di A Big Silent Elephant, mette in scena una sorta di "vangelo del lo-fi",  ad ogni nuovo salmo o canzone che dir si voglia, questa religione viene sconfessata, rielaborata e riproposta in un modo nuovo. Più che una Bibbia quindi, a cui si "deve" credere, "Sheep" è molto più simile ad un manto di Arlecchino in cui l'ascoltatore di volta in volta scopre una nuova tinta sonica. C'è "Dash" che sembra un pezzo del Beck più ispirato e subito dopo viene "Jackals" che ci porta verso territori inaspettatamente leggeri, quasi una sorta di versione dei The Pains of Being Pure at Heart sotto acido.

Un album sicuramente ricco di suggestioni e di direzioni che ora s'intersecano, ora si distanziano l'una dall'altra. Infatti si può trovare la ballata desertica "I Wash My Tooth with a Gun", una canzone che sembra intercettata su una qualche radio della più lisergica California, ma è presente anche "Beaches of Bithces", uno strumentale per fischi e ukulele da perfetta indie-band. Forse però la vera gemma di "Sheep" è l'ultimo pezzo, intitolato "1987", in cui, su una base synth-pop glaciale e marziale, gli anni '80 vengono evocati quasi come per magia. Beard! Beard! si dimostra insomma ancora una volta un artista difficilmente classificabile e che disorienta. Manca la grandeur degli album fondamentali, ma lo stile (e pure da vendere), quello c'è. 

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La recensione Sheep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-05 10:10:00

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