Davide (Boosta) Dileo Custom. Built Num.80 (:iconoclash) 2004 - New-Wave, Elettronica

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Revisionismo o tributo? Sperimentazione o operazione commerciale? Trovandosi a dover recensire il nuovo lavoro ghost del Boosta (from Subsonica) e di un combo di valenti musicisti e artisti torinesi il dubbio ci coglie. Ma altrettanto rapidamente questo dubbio viene fugato dall’averne sondato l’assoluta follia e intrepida temerarietà che ne ha mosso la gestazione. La volontà, nata come un semplice trastullo della creatività, del condire in salsa elettroclash frammenti di memoria primaria inficiata dalla sovraesposizione ai raggi uva della wave tricolore dei superflui anni 80, trova una sua glorificazione contestuale nella rilettura futuribile di alcuni di questi classici.

Nel senso che “Custom. Built. Nu. 80” non è solo la rivisitazione elettroclash di nove de-mix più due inediti (gli artisti: Camerini, Fortis, Cattaneo, Garbo, Righeira, P.Lion, Gazebo, Ryan Paris) di quelle canzoni che disseminarono di carcasse glam, pizzi merletti e suoni synth le patinate strade del decennio del riflusso, ma molto di più. Gli eighties filtrati da una pretenziosa attualizzazione di “R’n’r robot” (una chicca in quanto rielaborata attorno ad una traccia unica e rarissima in inglese registrata da Camerini circa vent’anni orsono e scivolata nel refrattario recipiente degli inediti da studio e resuscitata per volontà del Dileo Boosta), “Milano e Vincenzo”, “Dolce Vita”, l’anthem righeriano “L’estate sta finendo”.

In realtà “Custom. Built Num.80” è il primo capitolo di un progetto che mira ad essere altro oltre alla repetita musicale revisited; nella volontà visionaria dei suoi epigoni vorrebbe insinuarsi nel campo della metacomunicazione, andando ad occupare gli interstizi che, da un lato l’etere e dall’altro la multimedialità, offrono a coloro che desiderano devastare la consuetudine operativa del music business contemporaneo. “:Iconoclash” turba gli animi in quanto è più di ciò che appare: un monicker che cela una trimurti elettrosituazionista (dj Boosta alle manopole revisioniste, Tiziano Wooper Lamberti alle rifiniture elettrostatiche e Marco Rainò alle architetture lessicali), un progetto metamusicale assai ambizioso: un non luogo multimediale dove le arti si intersecano e le canzoni rese con pastiche analogici e effettini dance come un brand sempre in mutazione, deponendo fiori neri sulle carcasse dell’estetica decadente di fine millennio. Un sito, www.iconoclash.co.uk, che offre iniziazioni druidiche su cui edificare nuovi suoni, nuove concezioni creative e prospettive di trasformazione delle Sei Arti. Dalla cinematografia, al fashion e la fotografia, divagazioni sull’architettura e l’urbanistica, critica al musicbusiness e l’orgogliosa rivendicazione del 'no-copyright' dei pezzi originali del combo in un prodotto targato Sony (!) di cui 2 scaricabili dal sito.

Ma pare non debba concludersi qui; a detta degli oscuri sabotatori che si celano dietro questo collettivo, il piano prevede una transazione dalla rivisitazione della wave anni ottanta tricolore a quella terracquea in toto, coinvolgendo, così come fatto ora, artisti stranieri nelle prossime rappresentazioni della saga. Interessante è stata la presentazione live del progetto dove interagivano on stage antichi e gloriosi dinosauri autori originari delle canzoni, con i musicisti di “:Iconoclash” più una sezione ritmica costituita da Tozzo e Dade dei Linea77. Come dire nulla si crea, niente si trasforma, tutto si distrugge.

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La recensione Custom. Built Num.80 (:iconoclash) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-05-17 00:00:00

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