Caesar's Psycho Machine Bleeding Youth 2015 - Rock, Psichedelia, Progressive

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Un disco sorprendentemente bello

La cosa incredibile, che ti stupisce di più, dopo aver ascoltato più volte questo bel lavoro, è che scoprire che a realizzarlo non è stato un gruppo, ma un sola persona. Ebbene sì: Caesar’s Psycho Machine è il nome d’arte di Cesare Lopopolo ed è sicuramente più rock del suo nome vero. Di solito i dischi autoprodotti e “autosuonati” in toto risultano abbastanza deludenti: “Bleeding Youth” invece ha una sua grazia delicata che si impone pian piano ascolto dopo ascolto, lasciando spiazzati per tanta bellezza nascosta. La Macchina Psichedelica di Cesare viaggia spensierata in quel territorio tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, in cui la differenza tra psichedelia e progressive non si è ancora palesata del tutto (nonostante le enormi differenze strutturali tra i due generi). I suoni sono vintage al punto giusto, in particolare quelli delle chitarre. Le stelle polari che guidano il meraviglioso viaggio di Cesare si palesano un po’ alla volta e mischiate fra loro a comporre un mosaico di influenze che sfocia in qualcosa di inedito e tipico (ma di un’epoca) al tempo stesso: aperto e chiuso da una fanfara (si straccia di una traccia bandistica campionata da qualche disco di effetti) che pare uscita da una fantasia psichedelica di Paul McCartney, “Bleeding Youth” si snoda tra una voce alla Roger Waters dei tempi di “More” o “Meddle”, chitarre acustiche che ricordano quelle dei Pink Floyd di “Grantchester Meadows”, flauti che ora paiono quelli dei Traffic, ora quelli dei Jethro Tull, così come il suono della chitarra elettrica (ah, il benemerito Martin Barre, a tratti in un viaggio acido con Jerry Garcia dei Grateful Dead, momenti alla Doors o alla Colosseum, accenti sullo stile del Claudio Rocchi di “Volo magico n. 1” o della prima PFM. “Lams” è un brano notevolissimo, così come il successivo “…If I Live or I Die”, con quel flauto assassino e quel recitativo malandrino. Ma tutto il disco merita attenzione e affetto, incondizionatamente. Che aspettate a salire a bordo della Macchina Psichedelica di Cesare per il vostro viaggio interspaziale?

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La recensione Bleeding Youth di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-01 09:00:00

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