God's Mistake Born Under a Bad Star 2004 - Noise, Metal, Indie

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Lo sappiamo, mai stati sereni, gli umori del rock . Rabbia, irriverenza, amori tormentati, l'esistenza nei suoi duri risvolti hanno più spesso prevalso . Tre amici di Jesolo, nel 2002, aggiornano la componente provocatoria puntando sul nome God's Mistake. Poi devono essersi detti che non é rock senza nichilismo, così l'anno seguente battezzano il primo disco ufficiale "Born Under a Bad Star", 9 tracce tra litio e granito dalle diverse influenze di genere con la necessaria impronta personale : una certa imprevedibilità nelle soluzioni sonore, ossia estro ricerca, testi incisivi e un lirismo che giova al tutto . "G.W.B." parte lenta, di metal gotico è venata la tonalità del chitarrista cantante Marcon e da contrappunto vocale quella del bassista Vian, prima di un crescendo ringhioso che omaggia i Sepultura . Si scorgono malcontento, saturazione, leggiamo: "American pride is blind, full of false reasons", chiaro dal titolo, di chi si stia parlando . "Obsolete for the people" é pessimista, un urlo strozzato di rassegnazione . "October,31st night", con effetti wa-wa, diluiti, é una ballata che ammicca ai Metallica, il cantato grave, solenne, da presagio di giudizio universale . Marcon tratteggia un'atmosfera notturna "di grattacieli che nascondono la luna, la città é in festa però non mi ci ritrovo". Tornano gli States, il finale regala un bell'assolo di elettrica . Assai sostenuta "My favourite death", voce e ritmo generali hard rock . In chiusura una linea di armonica fa sperare in meglio ma é un'illusione, la storia quella di un giovane marchiato per sempre dai genitori . "Kat's song", a nostro avvìso gemma del disco, é una ballata sorretta da chitarra acustica dolcissima che conosce, come nella migliore tradizione, un momento d'impennata drammatica . Narra di una ragazza che scappa di casa, "A volte vorrebbe tornare ma non puoi uccidere il suo orgoglio" . Singolare l'andamento, puoi cantarci sopra "Wish you were here" dei Pink Floyd . Rock potente sanguigno "It's not for me", elaborata la trama di chitarra che sceglie a tratti percorsi alternativi . "Prison's air" é un lieve brevissimo interludio di chitarra acustica . XXXXX ( My way ) ha un cantato in apertura che fa tesoro di Metallica e Stone Temple Pilots nonché un pregevole assolo nel finale ; peccato che il refrain "Go away from my way" sia accompagnato da un giro di chitarra poco originale . Dietro "Mr Rabbit's Balls" dovrebbe celarsi, una volta ancòra, un potente personaggio pubblico: "Come puoi rappresentare qualcuno se non reggi di fronte a te stesso". Pezzo possiamo dire ... heavy rock, disarticolato, isterico, con ardìte arrampicate metal . C'era attesa, per l'album di debutto di Mattia, Marco e Simone . Dalla nostra confermiamo indubbie credenziali : mestiere, liriche pungenti, molto rumore ben veicolato, mai gratuito . Un pizzico di speranza in più, però, potevate darcelo. O davvero non c'é salvezza per nessuno ?

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La recensione Born Under a Bad Star di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-07-21 00:00:00

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