Dade City Days VHS 2016 - New-Wave, Electro, Shoegaze

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Suoni acidi e psichedelici di grande gusto e cavalcate soniche che si inseriscono nel solco della tradizione new wave

Ascoltando la terza traccia, "Luna Park", di "VHS", l'album d'esordio dei Dade City Days viene in mente il capitolo quaranta del trattato "Del Sublime" . In questo capitolo si afferma: “Quel che nel discorso - non diversamente da quanto accade per il corpo - contribuisce in modo particolare alla grandezza è la connessione delle membra: prese una a una e isolate dal resto, di per sé sono prive di valore significativo, mentre tutte quante, ordinate in un insieme, costituiscono un sistema compiuto. Così le espressioni elevate, in questo e in quel luogo isolate le une dalle altre, si portano via, disperdendolo, anche il sublime; ma una volta riunite in un sol corpo, e rinsaldate dai legami dell'armonia, acquistano di sonorità per il giro stesso della frase; e nel periodo la grandezza è la somma di un fitto numero di contributi”. Ecco che il discorso di Pseudo-Longino si può applicare per i Dade City Days.
Il gruppo di Bologna, che si muove compatto e unito come “le membra perfettamente connesse al corpo” o, se si preferisce, come una vera band, mette in piedi una fresca avventura in salsa new-wave con spruzzate d'elettronica che lungi dall'essere magniloquente e tracotante, proprio nella schiettezza della proposta trova una sua, seppur precaria, "forma di grandezza". Certo, in quasi tutte le canzoni vengono affrontati, sostanzialmente, gli stessi temi, talvolta anche con poca originalità (specialmente in "Polaroid"). Tuttavia "VHS" è un buon album, arricchito anche da una ricerca grafica, che si traduce in un packaging curato quasi all'inverosimile, che fa del lavoro degli Dade City Days un ottimo inizio nel solco della più classica e consolidata tradizione new-wave emiliana. Molto interessanti sono le code dei pezzi (su tutti il finale di "Fernweh"), che quasi si sfaldano in svolazzi acidi e psichedelici di grande gusto. Menzione d'onore, infine, per "Preghiere&Decibel", davvero convincente anche per l'impalcatura elettronica che rende questo pezzo una gagliarda cavalcata sonica.

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La recensione VHS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-10 09:00:00

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