And So Your Life Is Ruined Rivincite 2016 - Post-Rock, Emo

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La prova più coinvolgente e convincente di questa band, un esame di maturità superato a pieni voti e che di certo catturerà moltissimi, grazie ad uno slancio emotivo ineguagliabile e alla capacità di emozionare realmente attraverso una musica suonata con passione e verità.

La vita è fatta di vittorie sudate, di traguardi faticosamente raggiunti, di sacrifici immensi che si portano avanti nel tentativo di perseguire i propri obiettivi. Nella vita però spesso prevalgono le sconfitte, quelle che ti si attaccano addosso come una camicia sudata e che fa fatica alla sera a staccartisi di dosso. Altrettanto spesso queste sconfitte si legano a noi per colpa di qualcun altro. Per fortuna ognuno di noi ha l'opportunità di prendersi delle rivincite dalla vita, spesso anche piccole soddisfazioni che riescono a rendere la sofferenza meno amara. Bisogna prendere consapevolezza e metabolizzare il dolore per guardare al passato in maniera malinconica ma meno negativa, in modo da trovare uno spiraglio anche nel tunnel più buio, andare avanti cercando il lato positivo anche nella sconfitta per farla diventare vittoria.

Questo è il messaggio di "Rivincite", secondo lavoro in studio degli And So Your Life Is Ruined dopo l'omonimo disco del 2014. Dieci pezzi che parlano di vita in maniera molto intima, similmente a quanto era già emerso nel lavoro precedente ma stavolta con più melodia, dipinta attraverso una malinconia struggente e poeticamente descritta da testi, se vogliamo, ancor più belli. Un disco emo come non se ne sentivano da un bel po', tanto che fa venire davvero voglia di resuscitare le vecchie musicasette con i poster che erano appesi in cameretta e che, sciaguratamente, erano stati riposti in garage dopo il liceo. Le sfumature post-rock arricchiscono ulteriormente il lavoro di una band che si conferma una delle più belle sorprese degli ultimi anni e che, senza voler fare dei trionfalismi, realizza uno dei dischi migliori di questo inverno 2016.

Soffermarsi a parlare dei singoli pezzi e dei testi richiederebbe una mole di tempo infinita che qui non mi è concessa, forse superiore alla durata del disco stesso. Ma vale la pena indicare alcune delle chicche principali a partire dall'arpeggio iniziale di "Gallerie", una meraviglia in grado di sfociare in una leggiadra armonia post-rock, di generare un senso di attesa e di stasi eterna prima di esplodere in una scarica di rabbia e adrenalina pura. La stessa sensazione nostalgica la ritroviamo nei disperati cori di "Eskimo" e nel suo finale ("Lascerò un mesaggio scritto sulla sabbia e avrai una scusa per rivedere il mare"). "Il colpo sentito in tutto il mondo" è una perla, la vera sorpresa del disco, le voci si ritagliano il ruolo principale grazie anche ad un ritornello finale orecchiabile ("Non si era mai visto un sole così scuotere il mondo al ritmo di un bebop"), accompagnate da un arpeggio di chitarra meraviglioso e dalla magica presenza della tromba e del flicorno. I temi sintetizzati all'inizio riemergono forti in "Presa di rifugio", brano che riassume tutto il senso del disco dai testi alle atmosfere, passando per i cori e le chitarre morbide e graffianti allo stesso tempo. "Edera" è un instant classic nonchè primo singolo del disco, anch'esso fortemente autobiografico con il tema del passato che ritorna sempre davanti agli occhi. Ma il pezzo che colpisce di più dell'intero lotto è senz'altro "Il bisogno delle salite", una poesia recitata e incorniciata in un arpeggio che crea un' atmosfera strappalacrime al primo ascolto ("Dipingevamo ferite sulle guance per sentirci più forti e ora non abbiamo più nessuno da difendere / Di questa storia che si sviluppa al contrario non rimarrà nulla o, forse, ricomincerà meglio / E non so se parli ancora di me, ma tuo padre ancora mi saluta").
A chiudere il tutto è "L'insieme di tutte le cose", finale azzeccato e diretto che fa venire subito voglia di riascoltare il disco dall'inizio almeno altre dieci volte senza interruzione ("Riempire il vuoto con un altro vuoto è un inferno da cui usciamo a pezzi / Tutto è finito, nulla è perduto")

"Rivincite" è finora la prova più coinvolgente e convincente di questa band, un esame di maturità superato a pieni voti e che di certo catturerà moltissimi, grazie ad uno slancio emotivo ineguagliabile e alla capacità di emozionare realmente attraverso una musica suonata con passione e verità.

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La recensione Rivincite di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-02 10:00:00

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